Buongiorno a tutti,
ho presentato domanda per ottenere la cittadinanza italiana per residenza nel 2014. Dopo aver ricevuto un preavviso di diniego poiché sussisteva un reato penale da me commesso nel 2003, ho presentato nei tempi giusti aiutato da un avvocato istanza di riabilitazione al tribunale per quel reato. Dopo aver ottenuto la riabilitazione nei primi mesi del 2019 e aver inoltrato la documentazione al ministero dell'interno con una memoria in cui cercavo di spiegare la mia corretta integrazione i questo paese, ho ricevuto tramite comunicazione della prefettura in data 22 giugno 2020 il decreto di diniego definitivo nel quale era sostenuto che le prove da me inviate non erano comunque sufficienti a provare la corretta integrazione ai fini dell'ottenimento della cittadinanza. La mia domanda è se a questo punto mi convenga maggiormente fare ricorso al TAR oppure aspettare qualche mese e presentare nuovamente la domanda di cittadinanza questa volta per matrimonio essendo che mia moglie è già cittadina italiana. Secondo voi quanto tempo deve intercorrere dal diniego affinché io possa ripresentare una nuova domanda?
Sinceramente ti consiglio di aspettare tua moglie per 2 motivi.
1 pratica più veloce però è vantaggioso se non devi aspettare troppo per farla e quindi non ti bruci il vantaggio
2 la cittadinanza diventa un diritto e anche se hai fatto degli errori nel passato, dovranno accettarla perché proprio per l'integrazione non c'é cosa più grande di aver sposato una cittadina italiana e quindi aver sposato anche gli usi e i costumi italiani, quindi buona fortuna!