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Suprema Corte di Cassazione, sentenza n. 30525/13 dd. 15 luglio 2013

25.07.2013 Cassazione: L’esternalizzazione di un sentimento di avversione o discriminazione razziale è sufficiente a far scattare l’aggravante di cui alla ‘legge Mancino’



La Suprema Corte di Cassazione, sez. V penale, con la sentenza n. 30525/13 depositata il 15 luglio 2013, ha affermato che l’esternalizzazione di un sentimento di avversione o discriminazione razziale, obiettivamente percepibile come tale nel comune sentire, è di per sè sufficiente a far scattare l’aggravante del reato commesso per finalità di odio razziale, a prescindere dal movente che possa aver innescato la condotta, che può essere anche di tutt’altra natura.
I giudici di legittimità sono giunti a tali conclusioni respingendo il ricorso di un cittadino italiano che si era visto applicare dal Tribunale di Firenze la misura degli arresti domiciliari in riferimento al reato di lesioni personali aggravate dalla finalità di odio razziale commesse nel corso di un’aggressione ai danni di due cittadini extracomunitari di origine magrebina. Secondo la difesa, la circostanza che l’aggressione fosse stata accompagnata da epiteti spregiativi della razza delle persone offese, quali “sporco negro” o “stronzo negro”,  non sarebbe sufficiente a comprovare  che l’azione violenta sia stata perpetuata per finalità di discriminazione od odio razziale,  poichè il movente sarebbe stato di altra natura .
Secondo la Corte di Cassazione, invece, la mozione soggettiva dell’agente, ovvero i motivi iniziali che possono avere scatenato la sua condotta, non hanno rilievo, poichè quando l’agente sceglie, nel commettere il reato, modalità riconducibili al disprezzo razziale, deve ritenersi che persegua comunque  quelle finalità di odio razziale che caratterizzano l’aggravante di cui all’art. 3 l. n. 122/1993.. In tal senso, il ricorso a frasi ingiuriose collegate all’elemento razziale, quali ‘sporco negro’ o ‘stronzo negro’, rilevando l’orientamento razziale dell’aggressione, ovvero la volontà di discriminare la vittima in ragione della sua identità razziale.


fonte: ASGI
Suprema Corte di Cassazione, sentenza n. 30525/13 dd. 15 luglio 2013   (v. allegato)
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