Ciao amici del forum.
Scrivo per raccontare gli sviluppi della vicenda che trovate riassunta nei messaggio del 1 Dicembre scorso. Dall'ultima volta che ho scritto, mi sono trasferito in Germania da un paio di settimane per restarci fino a luglio, mentre mia moglie ha preso una stanza in affitto a Milano, cosi' come previsto.
L'ultima volta che avevo scritto stavo preparando la diffida ad adempiere in quanto erano scaduti i tre mesi concessi alla PA per il rilascio della CdS. La diffida è stata spedita il giorno 7 dicembre, e si è arrivati al giorno 7 gennaio senza avere nessuna risposta.
Ora, ben sapendo che secondo il percorso ben collaudato di Amedeo dopo la prima diffida si dovrebbe passare a una seconda + querela ai Carabinieri, ho tuttavia preferito inviare una raccomandata A/R (comunque dovuta per il cambio di domicilio) nella quale comunicavo i nuovi recapiti miei e della mia consorte, allegandoci tanto di motivazioni alla momentanea "non convivenza", vale a dire contratto di tirocinio per quanto riguarda me e iscrizione alla scuola per quanto riguarda lei, e ho anche specificato di aver gia' inviato una diffida senza aver ricevuto alcuna risposta e ho pregato di affrettare i tempi per la situazione in cui ci trovavamo.
Questa volta invece la risposta l'ho ricevuta, ma mi ha lasciato alquanto sorpreso. Una "incaricata" ha oggi chiamato mia moglie, dicendole le seguenti cose:
"Signora lei non vive a Eboli (paese di residenza mio e suo). Quindi lei non puo' chiedere il permesso alla Questura di Salerno visto che studia a Milano e quindi vive a Milano.". Mia moglie: "Abbiamo chiesto la CdS a Salerno in quanto residenti ad Eboli. Abbiamo comunicato ogni spostamento tramite raccomandata A/R, e dato che avevate tre mesi di tempo per rilasciare la CdS e fare i controlli, abbiamo inviato diffida". L'incaricata: "Non c'entra nulla, noi abbiamo più di tre mesi per fare i controlli, non esiste alcun limite di tempo. Ci vuole il tempo che ci vuole, e comunque lei deve andare alla Questura di Milano a chiedere il permesso. La residenza è dove vive, cioè a Milano. Noi non possiamo fare i controlli quando pare a voi e non esiste nessuna legge che limiti il tempo a nostra disposizione a tre mesi. Comunque noi non facciamo piu' il CdS, passa tutto alla Questura di Milano".
A tal punto mia moglie ha continuato a ribadire che "ogni cambio di domicilio è stato specificato tramite raccomandata A/R e avevate tutti gli elementi a disposizione per fare i controlli". Dopo un battibecco seguito sugli stessi argomenti, la risposta finale dell'incaricata è stata:
"Comunque facciamo finta che non ci siamo mai sentite. Lei provi a chiedere alla Questura di Milano. Io le risponderò alla raccomandata all'indirizzo di Milano, visto che è li' che vive". E ha chiuso.
Ho detto a mia moglie di richiamare per farsi dire il nome dell'incaricata, ma non ha avuto successiva risposta. Riproveremo. Intanto, ci troviamo con in una situazione molto poco chiara. Preciso che non sono affatto sicuro che arrivera' una comunicazione scritta di "rifiuto CdS" o "trasferimento pratica", per come si è chiusa la chiamata. Probabilmente la pratica verra' buttata li' da qualche parte.
Se sono basito solo io, allora vuol dire che abbiamo sbagliato qualcosa noi, e suggerimenti sono ben accetti per riparare. Se invece lo siete anche voi che leggete, mi spiegate come posso fare per ovviare a questo problema? Mia moglie deve davvero andare alla Questura di Milano (con una ricevuta di CdS rilasciata dalla Questura di Salerno e una carta d'identita' con residenza a Eboli?!?!), oppure bisogna rispondere per le rime a questa "incaricata"
?
Grazie a tutti per la collaborazione.