Hai messo il dito nella piaga. Il DPR 445 / 2000 sarebbe, in teoria, non applicabile agli extracomunitari, quindi questi non potrebbero autocertificare. Questo collide con le nuove disposizioni che prescrivono l'autocertificazione (ed escludono la presentazione di un certificato di una p.a. italiana ad un'altra p.a. italiana).
Ciò è un "classico della letteratura italiana". Il legislatore italiano non controlla (come fanno tutti gli stati civili del mondo) se la nuova legge non collide con leggi esistenti. Il legislatore italiano, inoltre, non fa una legge per ogni problematica con tanto di denominazione pertinente (vedi p.es. in Svizzera). Il legislatore italiano sputa leggi e decreti che non portano che un numero ed una data e si ammassano l'uno sull'altro.
Quando, p.es. in Germania, si cerca le disposizioni sulla cittadinanza, queste sono tutte su di una legge che si chiama "Staatsangehörigkeitsgesetz" cioè "legge sulla cittadinanza". I Italia, invece, c'è una legge 91 / 1992 (solo gli iniziati sanno che dietro questo numero si nasconde la legge sulla cittadinanza) e c'è una sequela di decreti che modificano e completano la legge, anche questi sparpagliati qui e là e senza titolo pertinente, bensí solo con un numero ed una data.
In un tale caos non c'è da stupirsi se poi ci sono contraddizioni.
Nel caso pratico posso dirti che la p.a. sembra "arrangiarsi". Mia moglie, extracomunitaria, ha giá fatto due autocertificazioni anagrafiche ed un atto di assenso all'emissione del mio passaporto, il tutto secondo il DPR 445 / 2000 che, in teoria, non varrebbe per lei. E le p.a. le hanno accettate.
Cosa devo dirti? Provaci e poi vediamo. A differenza del vaso di fiori, un eventuale problema con la p.a. non ti ammazzerà, in qualche modo lo risolveremo.