Osservazioni molto esatte, John. Soprattutto l'osservazione sull'america latina mi tocca moltissimo, avendo consigliato anch'io a mia moglie, che voleva rinunciare alla cittadinanza marocchina, di non farlo, perché non si sa mai che cosa riserva il futuro. Piuttosto che rinunciare alla cittadinanza, le ho detto di farla "dormire", semplicemente "sparendo" dalla scena marocchina, cioè mai più richiedendo un passaporto o qualsivoglia documento.
Io posseggo ancora un codice civile italiano del 1969. Leggendo le parti dedicate alla famiglia, ci si rende conto che tra queste leggi di allora e le leggi di famiglia di stampo islamico non c'è praticamente una gran differenza. Solo un decennio più tardi l'Italia ha realizzato la separazione tra chiesa e stato e modificato il codice civile mettendolo in linea coi diritti umani.
Altro esempio: la Spagna. È solo dal 1985 che con l'introduzione della Ley Orgánica del Poder Judicial ha realizzato la separazione del potere giudiziario da quallo esecutivo. Fino ad allora, i giudici erano controllati dai politici e quindi il sistema non era che una dittatura di fatto.
È importantissimo rendersi conto che ogni paese è libero di farsi le leggi che vuole (e, purtroppo, è anche, per così dire, libero di non applicarle o applicarle alla carlona).
Però che si consideri una cosa (che abbiamo considerato anche mia moglie ed io nei confronti dei nostri bambini): si può molto semplicemente "dimenticare" di dichiarare la nascita di un figlio alla nazione che crea, per lo meno al momento, problemi. Con beneficio d'inventario per la Cina, ho riscontrato che ci sono pochissimi casi in cui una tale omissione non possa essere corretta anche decenni più tardi, se e per caso la nazione "criminale" si trasformi in nazione "onesta" e quindi possa far comodo ottenere tale cittadinanza.
In Marocco, p.es., un bambino che non è mai dichiarato dal genitore marocchino allo stato civile marocchino non ha la cittadinanza marocchina. In Germania, invece, un figlio di un tedesco è cittadino tedesco per nascita, che sia stato dichiarato o no, non cambia niente. Questa differenza, che sembra molto teorica, può avere conseguenze pratiche enormi.
Per quanto riguarda il signore che spara insinuazioni, sottolineo che in tutte le democrazie le libertà fondamentali possono essere limitate in caso di lesioni delle leggi penali (altrimenti la prigione non sarebbe possibile, visto che la libertà di movimento è una libertà fondamentale). Tutta un'altra cosa è quello che fanno dittature come la Cina, che semplicemente non riconoscono le libertà e i diritti fondamentali e agiscono arbitrariamente. Io, per il momento, non getterei mio figlio in pasto ad una tale banda di despoti.
Guardate già solo quello che fa la Germania coi bambini in
www.ceed-europa.eu , che cosa mi posso aspettare dalla Cina? Magari non mi posso aspettare che mi rubino i figli, perché la Cina ha il problema opposto di quello della Germania (cioè troppi bambini, al posto di troppo pochi), ma se la Cina per caso ha qualche necessità e il bambino potesse servire allo scopo, non ho dubbi che se ne fregerebbero del fatto che io sia suo padre o no.
Tenete conto che l'Italia e gli italiani, con tutti i loro difetti, sono gente che amano i bambini. Un'infanzia in Italia può essere un'inferno solo se si hanno cattivi genitori (come fu il mio caso), ma in generale, per la maggior parte dei bambini, un'infanzia in Italia è molto più felice che non un'infanzia nella stragrande maggioranza dei paesi del mondo. Esperienza di qualcuno che parla sei lingue e conosce una dozzina di paesi...