Tutto Stranieri

Decreto di Espulsione prima di contrarre matrimonio tra italiana e peruviano

alve a tutti innanzitutto grazie per lo splendido lavoro che fate per aiutare le persone .

Ho una domanda da porvi.


Il mio attuale marito di nazionalita' peruviana , all'incirca tre mesi fa e' stato arrestato e accusato di tentato furto di un motorino, e' stato processato per direttissima e successivamente rilasciato.

Tralasciando ora tutte le ingustizie che ha subìto durante l'arresto, ci tengo a precisare che
in questura dopo il processo, gli hanno tolto la carta di identita' in corso di validita' senza pero' dichiararlo nel verbale.
E inoltre gli hanno rilasciato il decreto di espulsione dato che lo hanno trovato con il permesso scaduto.

Da tre giorni siamo sposati dopo 5 anni di convivenza certificata anche presso il Comune di Roma.
Vorrei chiedere gentilmente la procedura per richiedere la carta di soggiorno per ricongiungimento familiare e se il decreto di espulsione potrebbe ostacolare il buon esito di tale procedura


Vi ringrazio anticipatamente per la cortese attenzione

Saluti

Trattandosi di un reato non poi tanto grave la Questura dovrà dare più peso all'interesse individuale dell'unità famigliare che non all'interesse (molto limitato, visto che un tale reato, tra l'altro uno solo dopo 5 anni di soggiorno, non è una minaccia per il pubblico) della sicurezza nazionale.

Quindi che richieda la carta di soggiorno normalmente, come fanno tutti.

Per quanto riguarda la carta d'identità, può inviare una richiesta di restituzione della stessa alla stazione di polizia competente allegando fotocopia della Questura della richiesta della carta di soggiorno e fotocopia del certificato di matrimonio.
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

gfrazie tantissime per la risposta  ;D

Salve, mi scusi tanto avrei un altra domanda da porle.

Parlando con un amico , mi ha fatto leggere una sentenza della corte di cassazione Roma -  25 febbraio 2013 - Con la sentenza n. 7912/2013,  in cui decretano che anche dopo matrimonio contratto con cittadina italiana l'espulsione dell'extracomunitario non decade.Anche se il caso di mio marito e' completamente diverso dal caso della sentenza

Il fatto che tra noi ci fosse gia' una convivenza dichiarata e certificata presso il municipio di appartenenza non significa nulla?

Lui purtroppo quando l'hanno arrestato, l'hanno picchiato e sul verbale ci sono un sacco di cose false , inventate dalla polizia. ma ormai il danno e' fatto. Pensi che non ha potuto nemmeno fare la telefonata ad un avvocato, si e' preso quello d'ufficio che gli ha detto di dichiararsi colpevole senno'era pure peggio. Io l'ho saputo il giorno dopo alla sera quello che era successo, quando lo hanno scarcerato.

Sono molto preoccupata perche' rileggendo il verbale dell'arresto mio marito viene ritenuto persona pericolosa.

C'e' qualcosa che si puo' fare per uscire da questa situazione?

A questo punto sono terrorizzata all'idea di andare alla questura per richiedere il ricongingimento, puo' consigliarmi che fare? forse e' il caso di prendere un avvocato?

La ringrazio per la cortese attenzione

Cordiali Saluti

« Ultima modifica: 30 Maggio 2013, 11:03:28 da xenia »

Ammesso e non concesso che quello che lei dica sia vero, posso comunicare il seguente:

Bisogna far riaprire il caso e rivederlo da zero. Questo è possibile persino in caso di condanne già sentenziate.

Una confessione estorta con la forza è nulla e può essere revocata. La prima cosa che suo marito avrebbe dovuto fare sarebbe stata di revocare immediatamente la confessione per raccomandata contro-denunciando i poliziotti che gliel'avevano estorta, appena rilasciato dal commissariato.

Il problema è qui trovare un avvocato che abbia il coraggio di prendersi un tal caso. Un tale avvocato lederebbe due regole non scritte della "mafia giuridica" (a) non mettersi mai contro le p.a., la polizia ed i Tribunali e (b) non prendere mai parte per uno straniero contro lo stato italiano o dei cittadini italiani.

Quindi ci vuole una persona che abbia veramente forti valori etici, un sacco di coraggio ed un patrimonio personale (perché un avvocato che non è un lecchino normalmente non guadagna che una miseria). Di avvocati di questo genere ce ne sono uno su mille, forse meno.

A lei di trovare (se suo marito ha veramente ragione e la cosa è andata come lui dice) un avvocato di questo genere. Le dico che ci sarà da lottare per diverse istanze, se le va bene vince in Cassazione, altrimenti alla Corte Europea dei Diritti Umani.
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
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Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
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La ringrazio per la risposta, naturalmente non vengo sul forum a scrivere per dire bugie, e sinceramente  purtroppo so , per fortuna non per esperienza diretta cosa sanno fare i poliziotti e tanto l'hanno sempre vinta loro. vedro' cosa potro' fare, al max ce ne andremo dall'italia. Cmq alle domande che le ho posto non ha risposto,, oltre a darmi un suo parere che per carita' e' ben accetto. L'unica cosa che ho capito in tutto quelloc he ha scritto e' che e' una causa persa e nessun avvocato ci aiutera', adeso si che mi sento meglio, nemmeno avesse ammazzato qualcuno. va bene mi infomero' altrove
Grazie lo stesso

Cordiali Saluti
« Ultima modifica: 30 Maggio 2013, 17:30:39 da xenia »

Signora,

per cominciare, è ovvio che, quando non si hanno tutti gli elementi per giudicare, si deve prendere le informazioni con un po' di dubbio. In genere, chi fa un reato, ha sempre la tendenza ad "addolcirlo" nei suoi racconti (sono rare le persone che dicono "ho fatto quella stronzata, è colpa mia e basta, non ho che a prendermi a martellate sulle palle).

Quindi non è neanche detto che suo marito abbia detto a lei tutta la verità, fino in fondo (neanche mia moglie ammette le sue malefatte di fronte a me, anche lei si vergogna, anche se sono suo marito).

Secondo: lo so benissimo che i poliziotti molte volte abusano del loro potere, anche se negli ultimi tempi tutti i governi della UE hanno messo in atto meccanismi per perlomeno ridurre tale fenomeno.

Terzo: ho voluto spiegarle la situazione papale papale, così com'è, senza addolcirla e senza amareggiarla. Lei, invece, l'ha presa "all'italiana" o meglio "alla cattolica", cioè con rassegnazione. La frase "tanto l'hanno sempre vinta loro" è proprio tipica della mentalità cattolico-italiana: rassegnata, pigra, senza voglia di lottare. Due millenni di cattolicesimo hanno inculcato nell'inconscio collettivo italiano il concetto che ci sarebbe un dio che decide tutto e quindi non servirebbe a niente prendere in mano il proprio destino. Ma chi lotta ha una possibilità di vincere, chi non lotta perde fin da subito. Non è vero che è già una causa persa, ma è vero che è una causa difficile e che ci vuole un bel paio di palle e molta perseveranza. Mi augurerei che lei la lotta la facesse, ma non andando da un avvocato, mollandogli le cose lì e sperando che faccia tutto, ma occupandomi di tutti i dettagli e lasciando all'avvocato solo le cose che può fare solo lui, come p.es. il comparire in Tribunale.

Quarto: suo marito, la carta di soggiorno dovrebbe richiederla lo stesso e, se non gliela danno, fare ricorso. Tenga conto che la Questura, quando decide se dare la carta di soggiorno o no, non va a prendersi il dossier del Tribunale e leggersi i verbali, bensì guarda solo nel casellario penale, quindi, nel suo caso, troverà solo che ha commesso un piccolo furto, niente di più e niente di meno. Anche qui, in nessun modo le ho consigliato di mollare l'osso.

Però: parli tranquillamente a suo marito e gli tiri i vermi dal naso come si deve per essere veramente sicura che la sua versione dei fatti sia vera. Gli assicuri che lei resta al suo fianco anche se lui ha fatto tutto ciò che c'è nel protocollo, ma che vuole veramente sapere la verità perché in una coppia solo con la verità si costruisce la fiducia. Gli spieghi che se ha veramente ragione, deve ribellarsi e lottare per ottenerla, anche se costasse 10 anni di battaglie, perché ciò è bene non solo per lui, per riabilitarsi, ma anche perché i poliziotti che hanno abusato del loro potere, se trovano uno o due "ossi duri" che combattono, non oseranno più continuare a fare malefatte. Ma che, d'altra parte, cercare di aver ragione quando non la si ha, può portare a conseguenze molto peggiori di quelle che si devono accettare quando si ha fatto un errore.

Non dimenticherò mai il quadro che mio padre appese alla parete quando avevo 8 anni e che mi accompagnò fino alla maggiore età. Il quadro conteneva il seguente testo: "Prima di tentare, pensaci. Se hai tentato, insisti."
« Ultima modifica: 30 Maggio 2013, 21:38:13 da maxytorino »
Laureato in ingegneria a Torino
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Sostenitore dei Diritti Umani
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Sostenitore della psicoanalisi
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Gentillissimo Signor Maxytorino, la ringrazio tanto per la sua risposta, lei e' una persona davvero straordinaria.


Cordialmente Xenia