Signora,
per cominciare, è ovvio che, quando non si hanno tutti gli elementi per giudicare, si deve prendere le informazioni con un po' di dubbio. In genere, chi fa un reato, ha sempre la tendenza ad "addolcirlo" nei suoi racconti (sono rare le persone che dicono "ho fatto quella stronzata, è colpa mia e basta, non ho che a prendermi a martellate sulle palle).
Quindi non è neanche detto che suo marito abbia detto a lei tutta la verità, fino in fondo (neanche mia moglie ammette le sue malefatte di fronte a me, anche lei si vergogna, anche se sono suo marito).
Secondo: lo so benissimo che i poliziotti molte volte abusano del loro potere, anche se negli ultimi tempi tutti i governi della UE hanno messo in atto meccanismi per perlomeno ridurre tale fenomeno.
Terzo: ho voluto spiegarle la situazione papale papale, così com'è, senza addolcirla e senza amareggiarla. Lei, invece, l'ha presa "all'italiana" o meglio "alla cattolica", cioè con rassegnazione. La frase "tanto l'hanno sempre vinta loro" è proprio tipica della mentalità cattolico-italiana: rassegnata, pigra, senza voglia di lottare. Due millenni di cattolicesimo hanno inculcato nell'inconscio collettivo italiano il concetto che ci sarebbe un dio che decide tutto e quindi non servirebbe a niente prendere in mano il proprio destino. Ma chi lotta ha una possibilità di vincere, chi non lotta perde fin da subito. Non è vero che è già una causa persa, ma è vero che è una causa difficile e che ci vuole un bel paio di palle e molta perseveranza. Mi augurerei che lei la lotta la facesse, ma non andando da un avvocato, mollandogli le cose lì e sperando che faccia tutto, ma occupandomi di tutti i dettagli e lasciando all'avvocato solo le cose che può fare solo lui, come p.es. il comparire in Tribunale.
Quarto: suo marito, la carta di soggiorno dovrebbe richiederla lo stesso e, se non gliela danno, fare ricorso. Tenga conto che la Questura, quando decide se dare la carta di soggiorno o no, non va a prendersi il dossier del Tribunale e leggersi i verbali, bensì guarda solo nel casellario penale, quindi, nel suo caso, troverà solo che ha commesso un piccolo furto, niente di più e niente di meno. Anche qui, in nessun modo le ho consigliato di mollare l'osso.
Però: parli tranquillamente a suo marito e gli tiri i vermi dal naso come si deve per essere veramente sicura che la sua versione dei fatti sia vera. Gli assicuri che lei resta al suo fianco anche se lui ha fatto tutto ciò che c'è nel protocollo, ma che vuole veramente sapere la verità perché in una coppia solo con la verità si costruisce la fiducia. Gli spieghi che se ha veramente ragione, deve ribellarsi e lottare per ottenerla, anche se costasse 10 anni di battaglie, perché ciò è bene non solo per lui, per riabilitarsi, ma anche perché i poliziotti che hanno abusato del loro potere, se trovano uno o due "ossi duri" che combattono, non oseranno più continuare a fare malefatte. Ma che, d'altra parte, cercare di aver ragione quando non la si ha, può portare a conseguenze molto peggiori di quelle che si devono accettare quando si ha fatto un errore.
Non dimenticherò mai il quadro che mio padre appese alla parete quando avevo 8 anni e che mi accompagnò fino alla maggiore età. Il quadro conteneva il seguente testo: "Prima di tentare, pensaci. Se hai tentato, insisti."