Caro John,
è un piacere avere nel forum una persona preparata come te. Puntualizzo alcune cose:
a) Hai ragione. Ma gli USA e le Filippine sono gli unici paesi che tassano reddito generato all'estero di proprii cittadini residenti all'estero. Per cui non mi ero dato cura di sottolineare queste eccezzioni.
b) Sul questo punto non posso, allo stato attuale delle mie conoscenze, darti ragione. A quanto ne so, un cittadino italiano residente in Francia, iscritto all'AIRE, che lavora in Francia e percepisce uno stipendio in Francia su cui siano pure già dedotte le ritenute in Francia, non deve dichiarare questo introito in Italia. Ma sì che deve dichiarare gli affitti percepiti da appartamenti in Italia, perché sono redditi generati in Italia, che il proprietario sia residente o no. Peró devo dire che conosco il sistema tedesco del "Progressionsvorbehalt", secondo il quale il tedesco residente all'estero che lavora all'estero, se ha redditi anche in Germania, deve dichiarare i redditi esteri per la sola ragione di permettere al fisco tedesco di stabilire l'aliquota giusta con la quale verranno tassati i redditi generati in Germania, ove, però, i redditi esteri restano comunque non ritassabili in Germania. Può darsi che l'Italia abbia adottato questo metodo.
c) Non è una regola universale, ma tale regola vale, per quanto ne so, per la stragrande maggioranza dei paesi, soprattutto nella UE, visto che ormai tutti hanno fatto accordi contro la doppia tassazione.
d) Posso darti ragione solo al 50%. Anche adesso, qualcuno che si trasferisce stabilmente e definitivamente dall'Italia ad un'altro paese, anche un paese della UE, avrebbe il dovere di iscriversi all'AIRE. Vista però la libertà di movimento all'interno della UE, qualcuno che va p.es. in Spagna per due o tre anni ma che mantiene l'alloggio in Italia, può tranquillamente continuare a mantenere la residenza in Italia. Se però questo qualcuno abbandona l'alloggio (disdice il contratto d'affitto e qualcun'altro ci va ad abitare), l'iscrizione all'AIRE diventa un "quasi dovere". Diciamo che non si va in galera per non essersi iscritto all'AIRE, ci mancherebbe, però quello che succede se uno non lo fa è che un giorno o l'altro l'APR, se lo scopre, p.es. perché una lettera inviata da una p.a. al cittadino ritorna al mittente, dichiara il cittadino irreperibile ed il cittadino dovrà poi, quando avrà bisogno di un passaporto o di una carta d'identitá, regolarizzare per forza la sua posizione anagrafica iscrivendosi all'AIRE.