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Istanza rigettata e considerazioni amare

Istanza rigettata e considerazioni amare
« il: 10 Agosto 2013, 11:22:44 »
Mesi fa abbiamo presentato ricorso perchè il mio compagno, dopo tre anni e mezzo di matrimonio, ha concordato una consensuale con la sua ex moglie e la pratica di cittadinanza che aveva in corso quindi è andata male. L'applicazione della retroattività a mio parere purtroppo è uno scoglio davanti a cui qualsiasi avvocato (e ne abbiamo consultati parecchi) si ferma e alza le mani al cielo. Come dire...abbiamo rinunciato anche al ricorso al decreto di inammissibilità.
In pratica la sua domanda era stata presentata nel 2008 e quindi prima dell'aggiunta della magica frase "non deve essere intervenuta separazione dei coniugi al momento della concessione della cittadinanza", poi i 760 giorni erano passati tranquillamente e quindi doveva essere approvata, ma nulla...
In teoria quest'anno dovremmo entrambi ottenere il divorzio: io in Italia avendo maturato i tre anni di separazione legale, e lui all'estero SE E' VERO che essendo cittadino extracomunitario, e ai sensi della legge del luglio 2012, potrebbe chiedere divorzio applicando la legge del suo paese che prevede un mese di separazione prima del divorzio definitivo (gli mancano 8 mesi per completare i 3 anni di separazione legale).
Avendo anche un bambino insieme, se ci sposiamo possiamo ottenere il dimezzamento dei mesi (12 invece di 24) di attesa per presentare istanza di cittadinanza nuovamente?
Solo che le tempistiche dei tribunali civili italiani sono bibliche. Io ho presentato istanza di separazione a ottobre 2009 e mi è stata poi omologata a giugno 2010. Mi spaventa adesso che accada la stessa cosa.
Quello che mi preoccupa è lo status "negato" di famiglia qui in Italia ma anche all'estero. Il mio bimbo non può avere la doppia cittadinanza perchè io e il padre non siamo sposati e secondo la legge del suo paese sembra ci voglia necessariamente il matrimonio (cosa che gli hanno detto al consolato). Per la dichiarazione dei redditi non siamo nulla nonostante da anni lui sia mio convivente in stato di famiglia. Dovesse succedere qualcosa a uno dei due, i nostri ex coniugi fino alla sentenza di divorzio hanno paradossalmente più diritto, perfino a entrare in reparti dove sono ammessi solo i familiari, mentre noi non abbiamo nessun riconoscimento di "parentela".