Ciò che scrive il ministero è deplorevole perché contraddice ai pricipi fondamentali della UE. È, in effetti, una discriminazione bella e buona e non è giustificabile il non riconoscere un titolo che è stato già riconosciuto in un altro paese della UE.
Se è solo per scopi professionali, quindi, l'Italia deve riconoscere il titolo se è già stato ufficialmente riconosciuto in un altro paese della UE.
Però, secondo me, siccome "chi non ti vuole non ti merita", ti do un consiglio: perché la tua amica non va in Svizzara, anzichè venire in Italia? Là i titoli della UE, compresi i titoli extracomunitari riconosciuti in una paese della UE, sono accettati per gli scopi dell'esercizio della professione, c'è una carenza enorme di medici per cui trovare un lavoro è facile e, per finire, i medici in Svizzera guadagnano uno sproposito.
Per quanto riguarda il proseguimento degli studi (specializzazione), non c'è niente da fare, bisogna farsi riconoscere gli studi già effettuati all'estero per poter proseguire. È la stessa storia dappertutto.