Gentilissimi,
Mi rivolgo in particolare ad avvocati esperti di diritto di famiglia in materia di
DIVORZIO GIUDIZIARIO IN COPPIA MISTA.
Sono cittadino italiano e ho sposato una cittadina kazaka in Kazakistan (non in Italia!). Trascritto in Italia il matrimonio e acquisita residenza di lei al mio domicilio,
mi ravvedo dopo 2 mesi circa le reali intenzioni della consorte (rinvenimento corrispondenza con potenziali nuovi compagni più benestanti su facebook, con messaggi molti espliciti) e
ottengo in Italia la separazione giudiziaria, in corso dal luglio 2011. In sede di udienza presidenziale, quindi senza nemmeno entrare nel merito della vicenda, Lei accetta in extremis un accordo di mantenimento per pochi mesi, incalzata dal giudice che le poneva di fronte al fatto che difficilmente avrebbe ottenuto di più.
La mia preoccupazione ora è che, in sede di futura presentazione di una mia istanza di divorzio GIUDIZIARIO (per ovvie ragioni, lei non ha interesse ad accordarsi e punta a sfruttare tutto ciò che le può derivare dalla legge italiana),
lei possa avanzare nuovamente pretese economiche di mantenimento o alimenti, tenendo conto in particolare della
durata brevissima del matrimonio e del mio reddito modesto che giocano a mio favore.
Prima opzione:
Essendomi sposato all'estero con cittadina estera posso scegliere di divorziare secondo le leggi del Kazakistan, pur essendo ora entrambi residenti in Italia? Ci sono rischi di non trascrizione in tal caso? Il gioco vale la candela??
Seconda opzione:
Dovendo io forse trasferire la mia residenza a Singapore per motivi di lavoro,
acquisirei il diritto di scegliere liberamente il paese nel quale divorziare? Sarei cioè giustificato legalmente a chiedere il divorzio in Kazakistan o a Singapore, per poi
ottenere più agevolmente la trascrizione in Italia?
Molte grazie