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divorzio

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« il: 31 Maggio 2013, 22:13:09 »
salve,volevo sapere cosa devo fare per divorziare.lui indiano ,io italiana ci siamo sposati ad aprile 2011 in india,con comunione dei beni poi trasformata in divisione dei beni in italia.lui ha la carta di soggiorno valida fino al 2017.mi sapete dire se lo possiamo fare anche in italia,che fogli ci vogliono,quanti soldi e tempo.e a livello di divisioni se ogniuno si mantiene da se?lui puo' rimanere in italia con la carta di soggiorno?
grazie

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Re:divorzio
« Risposta #1 il: 02 Giugno 2013, 11:23:20 »
Prima del divorzio, in Italia, bisogna fare la separazione.Dopo 3 anni dalla separazione potete richiedere il divorzio.Devi andare in tribunale quindi non cercare fogli inutili.Per i tempi della separazione dipende dalla mole di lavoro del tribunale ma di solito in max 1 anno avviene la separazione.Per gli importi dipende dal legale che vi assiste (se è consensuale o no).Se avete la separazione dei beni si ma il giudice può favorire il coniuge meno abbiente.
Per il resto consulta la legge 30/2007 art 12, 13, 14
Art. 12.
Mantenimento del diritto di soggiorno dei familiari in caso di divorzio e di annullamento del matrimonio

1. Il divorzio e l'annullamento del matrimonio dei cittadini dell'Unione non incidono sul diritto di soggiorno dei loro familiari aventi la cittadinanza di uno Stato membro, a condizione che essi abbiano acquisito il diritto di soggiorno permanente di cui all'articolo 14 o soddisfino personalmente le condizioni previste all'articolo 7, comma 1.

2. Il divorzio e l'annullamento del matrimonio con il cittadino dell'Unione non comportano la perdita del diritto di soggiorno dei familiari del cittadino dell'Unione non aventi la cittadinanza di uno Stato membro a condizione che essi abbiano acquisito il diritto al soggiorno permanente di cui all'articolo 14 o che si verifichi una delle seguenti condizioni:
    a) il matrimonio e' durato almeno tre anni, di cui almeno un anno nel territorio nazionale, prima dell'inizio del procedimento di divorzio o annullamento;
    b) il coniuge non avente la cittadinanza di uno Stato membro ha ottenuto l'affidamento dei figli del cittadino dell'Unione in base ad accordo tra i coniugi o a decisione giudiziaria;
    c) l'interessato risulti parte offesa in procedimento penale, in corso o definito con sentenza di condanna, per reati contro la persona commessi nell'ambito familiare;
    d) il coniuge non avente la cittadinanza di uno Stato membro beneficia, in base ad un accordo tra i coniugi o a decisione giudiziaria, di un diritto di visita al figlio minore, a condizione che l'organo giurisdizionale ha ritenuto che le visite devono obbligatoriamente essere effettuate nel territorio nazionale, e fino a quando sono considerate necessarie.

3. Nei casi di cui al comma 2, quando non si verifichi alcuna delle condizioni di cui alle lettere a), b), c) e d), si applica l'articolo 30, comma 5, del citato decreto legislativo n. 286 del 1998, e successive modificazioni.

4. Nei casi di cui al comma 2, salvo che gli interessati abbiano acquisito il diritto di soggiorno permanente di cui al successivo articolo 14, il loro diritto di soggiorno e' comunque subordinato al requisito che essi dimostrino di esercitare un'attività lavorativa subordinata o autonoma, o di disporre per se' e per i familiari di risorse sufficienti, affinche' non divengano un onere per il sistema di assistenza sociale dello Stato durante il soggiorno, nonche' di una assicurazione sanitaria che copra tutti i rischi nello Stato, ovvero di fare parte del nucleo familiare, già costituito nello Stato, di una persona che soddisfa tali condizioni. Le risorse sufficienti sono quelle indicate all'articolo 9, comma 3.