Tutto Stranieri

E' obbligatoria la doppia cittadinanza per figlia di matrimonio misto ?

Buongiorno a tutti!
Io sono italiano, sposato nel 2010 con rumena residente in Italia da tanti anni. Lei ha fatto richiesta della cittadinanza circa 16 mesi fa.
4 mesi fa è nata nostra figlia, in Italia. Pertanto, essendo io italiano ed essendo tutti e 3 residenti in Italia sotto lo stesso tetto, ha cittadinanza italiana.

Ci è stato detto che entro 6 mesi dalla nascita, è obbligatoria la trascrizione anche in Romania.
Ho provato per giorni a contattare telefonicamente il consolato di Bologna (di competenza), ma dopo aver speso cifre importanti per sentire attese e risponditore automatico ho mandato una mail. Mi hanno celermente risposto con un documento per la procedura da seguire, ma non ad altre domande quali:

1) E' necessario andare in Romania o è sufficiente il consolato? la bimba, è anche nata prematura e il viaggio è fuori discussione almeno per il 2012.

2) Nello stesso documento c'è una contraddizione. All'inizio si parla di "obbligo entro 6 mesi" e alla fine si parla di "155 Euro se fatta entro sei mesi o 200 Euro oltre i 6 mesi".
Quindi si può fare anche successivamente?

3) Inoltre, e soprattutto, visto che la procedura descritta è noiosa, lunga e costosa (certificati, traduzioni, apostille, bolli e tasse varie... bla...bla...,) e che per noi è di scarso interesse, è veramente obbligatoria?

4) quali benefici porta la doppia cittadinanza a una neonata?

5) Se non viene fatta la trascrizione, cosa comporta? solo la mancanza della doppia cittadinanza o ci potrebbero essere delle conseguenze legali per noi e/o la bimba ?

Ringraziando tutti quelli che vorranno contribuire a chiarirci le idee, porgo i miei
Saluti,
anfarol

Amedeo

  • *****
  • 1914
Buongiorno a tutti!
Io sono italiano, sposato nel 2010 con rumena residente in Italia da tanti anni. Lei ha fatto richiesta della cittadinanza circa 16 mesi fa.
4 mesi fa è nata nostra figlia, in Italia. Pertanto, essendo io italiano ed essendo tutti e 3 residenti in Italia sotto lo stesso tetto, ha cittadinanza italiana.

Ci è stato detto che entro 6 mesi dalla nascita, è obbligatoria la trascrizione anche in Romania.
Ho provato per giorni a contattare telefonicamente il consolato di Bologna (di competenza), ma dopo aver speso cifre importanti per sentire attese e risponditore automatico ho mandato una mail. Mi hanno celermente risposto con un documento per la procedura da seguire, ma non ad altre domande quali:

1) E' necessario andare in Romania o è sufficiente il consolato? la bimba, è anche nata prematura e il viaggio è fuori discussione almeno per il 2012.

2) Nello stesso documento c'è una contraddizione. All'inizio si parla di "obbligo entro 6 mesi" e alla fine si parla di "155 Euro se fatta entro sei mesi o 200 Euro oltre i 6 mesi".
Quindi si può fare anche successivamente?

3) Inoltre, e soprattutto, visto che la procedura descritta è noiosa, lunga e costosa (certificati, traduzioni, apostille, bolli e tasse varie... bla...bla...,) e che per noi è di scarso interesse, è veramente obbligatoria?

4) quali benefici porta la doppia cittadinanza a una neonata?

5) Se non viene fatta la trascrizione, cosa comporta? solo la mancanza della doppia cittadinanza o ci potrebbero essere delle conseguenze legali per noi e/o la bimba ?

Ringraziando tutti quelli che vorranno contribuire a chiarirci le idee, porgo i miei
Saluti,
anfarol

Una doppia cittadinanza non è affatto obbligatoria.   Per i miei figli ho rinunciato alle procedure per la loro doppia cittadinanza a causa della complessità, dei costi e delle file da fare.   Una doppia cittadinanza crea più problemi di quelli che elimina.

Un saluto,
Amedeo

Autore di:
- Manuale di sopravvivenza burocratica per italiani con partner straniero
- Ricongiungimento ... step by step
reperibili su www.edizionidellimpossibile.com

e-mail (solo casi riservatissimi): amedeo_si@yahoo.it

Grazie mille Amedeo!
E' una risposta che speravo di sentire! Non trovo nessun vantaggio (almeno attualmente).
Quello che ci ha lasciato perplessi è stato il fatto che nessuno specifichi questa opzione, e che il consolato rumeno (inclusa anche la documentazione ricevuta alla trascrizione del matrimonio quasi due anni fa), citi solo l'obbligatorietà della trascrizione del nascituro entro il sesto mese dalla nascita.
In entrambi i documenti in nostro possesso, si può però interpretare che ciò è vero/necessario dando per scontato che si voglia la doppia cittadinanza.

Saluti,
anfarol

Noi in famiglia mista quando è nata nostra figlia di matrimonio rumeno argentino residenti tutti in italia, abbiamo chiesto le cittadinanze per nostra figlia, per la citt rumena siamo andati in consolato a roma con previo appuntamento preso per internet, anzi qualsiasi dubbio ti rispondono subito per mail pagando all'in circa 300 euro abbiamo fatto certificato di nascita e cittadinanza rumena.  Spero ti possa aiutare.  Saluti.

Sottolineo un dettaglio importantissimo: c'è una differenza enorme tra l'avere una cittadinanza e il farla riconoscere e/o trascrivere.

Il caso in questione non lo posso giudicare perché non parlo Rumeno. Invito quindi gli utenti (che parleranno, è da assumersi, la lingua) a cercare con Google la legge sulla cittadinanza rumena (che sará, ovviamente, pubblicata sul sito del ministero degli interni rumeno) e di informarsi concretamente.

Da un punto di vista generale, per concretizzare la cosa, vorrei fare due esempi, il caso della Germania e il caso del Marocco.

La legge tedesca prevede che il figlio di cittadino/a tedesco/a è tedesco. Che poi lo stato tedesco abbia o no constatato l'esistenza della cittadinanza con cambia proprio niente. Al limite, un bambino di una tedesca e di un italiano può arrivare al suo 30° anno di etá senza mai aver messo piede, ne lui ne i suoi genitori, in un consolato tedesco né in un ufficio in Germania, ma ciò non cambia nulla al fatto che lui avesse, per forza di legge, la cittadinanza tedesca fin dalla nascita. Il dichiarare il bambino al consolato tedesco fa solo sí che la sua cittadinanza (che comunque esiste) venga riconosciuta e gli venga emesso un documento (passaporto o carta d'identitá).

La legge marocchina, invece, prevede che il figlio di cittadino/a marocchino/a è marocchino (articolo 6), peró che tale cittadinanza è acquisita solo se la nascita è dichiarata ad uno stato civile o ad un consolato marocchino (articolo 8 ). Quindi, un bambino mai dichiarato a nessuna istanza marocchina non ha la cittadinanza marocchina, anche se uno dei genitori è marocchino. Nel momento in cui, però, viene dichiarato, la cittadinanza marocchina gli viene attribuita retroattivamente fin dalla nascita.

Questi due esempi devono chiarificare una cosa molto importante, cioè che ogni nazione si fa le leggi come vuole e che quindi non è possibile nessuna sorta di generalizzazione né di estrapolazione né di deduzione logica. In altre parole, bisogna leggere i testi di legge dei paesi in questione per sapere in che situazione legale ci si trova.

A seconda di cosa c'è nella legge rumena (che non conosco e non sono in grado di leggere) il bambino potrebbe:
- essere cittadino rumeno anche se mai dichiarato al consolato rumeno,
- potrebbe non esserlo, a meno che sia dicharato,
- potrebbe essere cittadino rumeno ma perdere il tale cittadinanza se non viene dicharato entro il 18° anno di etá,
- potrebbe esserlo vita natural durante ed avere lui stesso il diritto di dichararsi quando è maggiorenne,
- etc., etc., etc.

Sottolineo quindi, e tale osservazione è indirizzata a tutti gli utenti che è essenziale informarsi consultando le leggi che si trovano facilmente su internet.

L'utilitá e/o la nocivitá di una seconda cittadinanza è comunque da valutare di caso in caso e, se o no acquisire una cittadinanza o ripudiarla è in molti casi una pura speculazione, un po come decidere se investire i risparmi in titoli di stato italiani, americani o in azioni di una societá o se metterli sul libretto di risparmio e/o in tutti i casi e investire in Euro, in Dollari, in Yen o in chissá qual valuta.

Mi spiego con un esempio: Mia moglie ed io ci siamo rifiutati categoricamente di dichiarare le nascite dei nostri figli a qualsiasi istanza marocchina con il risultato che i nostri figli non sono cittadini marocchini. Allo stato attuale delle cose, essere marocchini significa - a meno di fare delle acrobazie allucinanti come p.es. chiedere udienza al Re - essere considerati musulmani che uno lo sia o no e farsi imporre delle limitazioni su nome, cognome e/o riconoscimento della paternitá. Quindi è uno svantaggio. Ma attenzione: chi sa se tra 30 anni ciò sará ancora così? E se tra 20 anni (come è successo in Italia negli anni 70) in Marocco si instaurasse una separazione tra stato e religione? E se tra 30 anni il petrolio finisse, in Europa si morisse di freddo e di colpo, mentre ora sono i Marocchini che vogliono venire tutti in Europa, fossero gli Europei a voler andare tutti in Marocco, con la conseguenza che poi sará il Marocco a limitare le immigrazioni, come fa l'Europa adesso? Chi sa che cosa succederà in 20 o 30 anni?

Per tale ragione, io do un consiglio vivo a tutti: a meno che non ci siano ostacoli veramente inaccettabili (come l'imposizione dell'islam e di restrizioni sul nome e cognome come in Marocco), io consiglio di informarsi in modo da almeno non perdere l'opportunitá di far riconoscere o di ottenere una seconda cittadinanza ai proprii flgli.

Nel caso della Romania, a parte i costi, non vedo dei problemi poi cosí grandi. Ma ognuno deve vagliare per suo proprio conto se pensa che ne valga la pena.

In ogni caso, una volta ci si decida a var avere o far riconoscere una seconda cittadinanza ai proprii figli, si ha anche il dovere di insegnar loro la lingua. Se non lo si fa, si rischia di mettere i figli in pericolo perché, da grandi, si ritroveranno con la cittadinanza di un paese di cui non parlano la lingua con la conseguenza che saranno soggetti, all'interno del paese di seconda cittadinanza, alle leggi di detto paese senza aver diritto a protezione diplomatica da parte dell'Italia e senza nemmeno essere in grado di leggere dette leggi e/o di intendersi con la gente.

Quindi: se i bambini hanno una 2a cittadinanza, devono anche imparare (nel loro interesse) la 2a lingua.
« Ultima modifica: 12 Maggio 2012, 15:36:36 da maxytorino »
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

Amedeo

  • *****
  • 1914

In ogni caso, una volta ci si decida a var avere o far riconoscere una seconda cittadinanza ai proprii figli, si ha anche il dovere di insegnar loro la lingua. Se non lo si fa, si rischia di mettere i figli in pericolo perché, da grandi, si ritroveranno con la cittadinanza di un paese di cui non parlano la lingua con la conseguenza che saranno soggetti, all'interno del paese di seconda cittadinanza, alle leggi di detto paese senza aver diritto a protezione diplomatica da parte dell'Italia e senza nemmeno essere in grado di leggere dette leggi e/o di intendersi con la gente.

Quindi: se i bambini hanno una 2a cittadinanza, devono anche imparare (nel loro interesse) la 2a lingua.

E' proprio se hanno una seconda cittadinanza che non possono godere della protezione diplomatica italiana in quel paese.

Non posso dimenticarmi di un caso di alcuni anni fa.  Coppia mista italo-colombiana.   Per il bambino in colombia viene chiesto il passaporto italiano e possiede per nascita la cittadinanza colombiana,    Madre e figlio in Colombia devono partire per l'Italia.   Il bambino, nonostante avesse il passaporto italiano fù bloccato all'uscita, perchè non aveva il passapotrto colombiano.   A nulla sono valse le rimostranze relative al possesso del passaporto italiano.   A nulla è valso il tentativo di far intervenire l'ambasciata italiana.    Il padre è dovuto tornare in Colombia per chiedere il passaporto colombiano assieme alla madre e solo dopo è potuto uscire dal paese.   Come cittadino colombiano il bambino era soggetto alle sole leggi colombiane, che prevedevano il passaporto locale per uscire.   Calcolate voi i danni di una situazione come questa.

Si tenga anche in conto infine la situazione del servizio militare.  Se c'è la leva obbligatoria è fortemente sconsigliabile la seconda cittadinanza.

Fate anche attenzione alla eventuale differenza nel paese tra i concetti di nazionalità e cittadinanza.   Da noi non esiste differenza, ma in taluni paesi come la Gran Bretagna esiste, con conseguenze le più varie.   Anche da noi e proprio su tuttostranieri un funzionario di una questura propose un caso per differenziare i concetti e giungere ad una interpretazione restrittiva per un utente.   Fu legalmente "fatto a pezzi".

Un saluto,
« Ultima modifica: 12 Maggio 2012, 16:08:50 da Amedeo »
Amedeo

Autore di:
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e-mail (solo casi riservatissimi): amedeo_si@yahoo.it

Esatto, Amedeo!

È proprio per questo che consiglio vivamente di informarsi, prima di tutto leggendo le leggi, se il bambino ha o no (anche senza essere mai stato dichiarato) automaticamente acquisito la seconda cittadinanza con la nascita.

Se comunque l'ha acquisita automaticamente per nascita (come nel caso che hai menzionato tu) e se lo stato di seconda cittadinanza insiste che abbia un documento di riconoscimento, tanto vale mettergli in regola le carte - oppure, se lo si ritiene opportuno e se le leggi (e le pratiche dei funzionari) del paese di seconda cittadinanza lo consentono, rinunciare in nome del bambino alla seconda cittadinanza.

Tutti i casi sono diversi. Ai funzionari tedeschi non importa un fico che un tedesco-italiano esca dalla Germania con un passaporto italiano, al contrario, sono contenti di sbarazzarsene. La Colombia, invece, a quanto pare, non lo accetta. La polizia di frontiera marocchina, anche quella, se ne sbatte se un bambino di madre marocchina ha un passaporto della UE, al contrario, sono più rispettosi con gli Europei che non con i proprii cittadini.

E ogni paese ha le sue peculiaritá, sia nella legge che nell'applicazione della legge. È meglio quindi informarsi bene di caso in caso, sia leggendo le leggi, che informandosi presso altri cittadini di che cosa succede in pratica (nei paesi arabi, per esempio, c'è in molti casi una voragine tra legge ed applicazione).
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

L'importante come dici tu Maxytorino e conoscere le leggi, sicuramente.  Con i passaporti d'entrata e uscita nella stessa nazione.  Nel caso del bambino era nato là, di conseguenza come in altri paesi latinoamericani vengono protetti i bambini per l'uscita.  Leggere è nutrire la nostra conoscenza.  Saluti.