Non sa come la capisco!!!
Il problema è solo che la legge non è strutturata per considerare casi come il suo che sono, ormai, frequentissimi. La legge parte dal presupposto che un'individuo (una coppia) abbia "naturalmente" una dimora fissa e stabile (sia essa in Italia o all'estero), ci passi lì tutto il tempo, assentandosi solo per vacanze o per corti viaggi di lavoro.
Quindi bisogna adattarsi alla legge, non c'è niente da fare.
(a)
I tempi. Credo di aver capito che lei è sposato con una Russa da quasi tre anni e non ha figli da questa consorte. Quindi, nel peggior dei casi, dopo tre anni, la sua consorte può presentare domanda. Se la presenta in Italia in una città il cui UTG lavora "speditamente" (tutto è relativo), il decreto potrebbe averlo in 1 anno, se la presenta in posti come Milano o Bologna, ci vorranno 3 anni perché quelle UTG sono famigerate. Se la presenta in un consolato italiano, ci vorranno tra un anno e mezzo e due anni (questo è quello che si legge nel forum).
(b)
La residenza. Innanzitutto bisogna dire che una residenza ci vuole perché senza residenza si è perduti (p.es. non si può nemmeno prorogare la patente né ottenere una carta d'identitá, né si ha una tessera sanitaria). Lei, al momento, ha la residenza in Italia. E sua moglie? È chiaro quindi che sua moglie debba essere regolarizzata (se non l'ha già fatto), ma nemmeno per voler essere ligi a tutti i costi, bensì già solo per la tessera sanitaria. Non ha pensato cosa succede se, in uno dei suoi viaggi, sua moglie si ammala? Che cosa fa, paga lei di tasca sua l'ospedale a colpi di 300 euro al giorno? Quindi penso che, se lei comunque ha una residenza in Italia, dovrebbe fare la carta di soggiorno per sua moglie ed iscriverla all'anagrafe convivente con lei. Per far ciò, ci vogliono un po di sacrifici, cioè, almeno restare lì fino a quando passano i vigili ed almeno tornare regolarmente nel proprio alloggio di residenza, se non altro per non perdere eventuali notifiche. A parte ciò, gli stati della UE non sono delle prigioni sovietiche, nessuno può vietarvi di viaggiare come volete.
Nel caso, invece, che abbiate (o possiate avere) una dimora stabile per almeno due anni in un altro paese, iscrivetevi tutti e due come residenti in quella dimora, si iscriva all'AIRE e presentate domanda al consolato italiano. Anche qui, se dovete "girulare", nessuno può vietarvelo, però tornate regolarmente nel vostro luogo di residenza, almeno fino a quando il procedimento di cittadinanza è terminato e sua moglie ha giurato.
(c)
Nel caso di sua moglie, che siate in Italia o all'estero, ormai, non avendo passato tutto il tempo in Italia, vale comunque il termine di tre anni (e anche se non valesse, io, al posto vostro attederei i tre anni a decorrere dalla data del matrimonio, così i funzionari non possono trovare appigli per dichiarere irrecivibile la domanda).
Se, come ho capito, non potete dimostrare la convivenza durante tutti i 3 anni in cui siete stati sposati, allegate alla domanda la seguente dichiarazione:
DICHIARAZIONI SOSTITUTIVE DI CERTIFICAZIONI
(D.P.R. 28 dicembre 2000, n. 445)
DA PRODURRE AGLI ORGANI DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE O AI GESTORI DI PUBBLICI SERVIZI (nel caso presente: Prefettura di città, Ufficio Cittadinanza)
Il sottoscritto nome del coniuge italiano
nato a ..... il .....................,
residente a .....................,
Consapevole delle sanzioni penali, nel caso di dichiarazioni non veritiere e falsità negli atti, richiamate dall’art.76 D.P.R. 445 del 28/12/2000
DICHIARA
a) di essere cittadino italiano;
b) di essere coniugato dal ........... con la Sig.ra ..............., nata il ............;
c) di essere convivente con la stessa dal ............... ininterrottamente fino ad oggi;
d) di avere con la stessa .......... figli in comune, anche essi cittadini italiani;
e) che il matrimonio non è dissolto e non vi è separazione né legale né di fatto.
Il sottoscritto emette la presente dichiarazione unicamente per il seguente uso: domanda di cittadinanza italiana secondo l’art.5 della legge 91/1992 da parte della coniuge su indicata.
città, il data
Il Dichiarante