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Presentazione istanza per matrimonio e questione residenza.


Salve a tutti.

Per prima cosa vorrei ringraziare tutti per l'informazione e i consigli che date in questo forum.
Vorrei porvi un dubbio e domande che spero possano servire in futuro ad altri utenti.
Premetto che:
sono cittadino italiano e che mia moglie e' cittadina serba.
Ci siamo sposati il 01/02/2008 (dunque circa 4 anni e 9 mesi fa).
L'atto di matrimonio e' stato regolarmente trascritto e registrato presso lo stato civile del mio comune in Italia.
A ottobre di quest'anno abbiamo avuto una bambina.
Ad agosto di quest'anno mia moglie e io ci siamo trasferiti dalla Serbia in Italia (prima lei era residente la' e io ero scritto alle liste AIRE).
In Italia lei ha avuto una Carta di Soggiorno per coesione con citt. Italiano.
Dopo diversi anni, adesso che siamo in Italia, vorremmo presentare l'istanza per la concessione della cittadinanza per lei, ma ci troviamo con questo requisito, inserito -se non mi sbaglio- dalla Legge 15 luglio 2009 n. 94:

“Il richiedente, straniero o apolide, deve essere coniugato con cittadino italiano e risiedere legalmente in Italia da almeno 2 anni dalla celebrazione del matrimonio
Se i coniugi risiedono all'estero, la domanda può essere presentata dopo tre anni dalla data di matrimonio”

Nel nostro caso, mia moglie e' stata residente all'estero per più' di tre anni dopo il matrimonio. Per ciò uno dei requisiti e' stato già compiuto. Inoltre abbiamo una bambina (il che diminuirebbe ulteriormente I tempi della meta'). Adesso mia moglie, mia figlia e io siamo residenti in Italia, ma solo da qualche mese.
Domanda: Considerando quanto sopra, possiamo presentare la sua richiesta di concessione della cittadinanza italiana con pochi mesi di residenza in Italia ugualmente alla Prefettura? Il fatto di aver maturato più di tre anni di matrimonio vengono riconosciuti? Se l'istanza non venisse accettata per la questione residenza in Italia, posso ripresentarla senza dover ripagare i 200 euro? Cosa mi consigliate?

Action

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Re:Presentazione istanza per matrimonio e questione residenza.
« Risposta #1 il: 27 Novembre 2012, 22:23:34 »
La legge richiede nel vostro caso 1 anno di residenza in italia o 1 e mezzo all'estero.Visto che non è stata presenta richiesta all'estero, qua dovete attendere 1 anno di residenza.Puoi informarti presso la Prefettura prima di pagare i 200€.Comunque sia puoi non ci sono linee guida sul pagamento, ma a mio parere se non lo presenti adesso dovrebbero tenerti per buono il pagamento anche per l'anno prossimo

Re:Presentazione istanza per matrimonio e questione residenza.
« Risposta #2 il: 28 Novembre 2012, 15:34:56 »
Grazie Action per la tua risposta. Mi informero' in Prefettura per quanto riguarda il pagamento.

Tuttavia non riesco a capire la logica o l'idea del legislatore. Capisco che il requisito del tempo serva per verificare che si tratti di un matrimonio non strumentale. Ma dopo 5 anni di matrimonio e con prole nata... mi sembra che nel nostro caso si siano piu' che superati i tempi e che ci siano le prove per confermare che si tratti di un matrimonio vero e proprio. Il fatto di non aver presentato prima l'istanza non puo' o non dovrebbe penalizzare la situazione. Infatti non e' obbligatorio presentarla...
Se e' come scrivi tu, che io e mia moglie dobbiamo aspettare ancora un anno per presentare la domanda (e chissa' quanto tempo dopo per ricevere la cittadinanza)... (solo per il fatto di aver deciso di rientrare in patria ora!) mi sembra un ulteriore limite, ostacolo, anche inutile, che si impone alle famiglie.

Se fosse cosi, basterebbe lasciare l'Italia, rispostare la nostra residenza all'estero e presentare l'istanza subito in Ambasciata...
 :o Se e' cosi, e' illogico secondo me... ma secondo te potrebbe essere una soluzione?

Ti ringrazio e vi ringrazio. A presto

Action

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Re:Presentazione istanza per matrimonio e questione residenza.
« Risposta #3 il: 29 Novembre 2012, 13:56:37 »
Anche secondo me non c'è un senso di logica visto che siete sposati da 5 anni con prole.Magari in prefettura lo accettano la pratica vedendo l'iscrizione all'Aire+ quella di adesso.Tieni conto che adesso decide il prefetto, quindi magari, passano sopra a queste burocrazie inutili

Re:Presentazione istanza per matrimonio e questione residenza.
« Risposta #4 il: 30 Novembre 2012, 10:56:58 »
Dovrebbe essere ormai evidente a tutti che c'è una volontá politica di ritardare artificialmente tutte le pratiche di naturalizzazione.

Una pratica per matrimonio, per esempio, è un lavoro di 1 o 2 settimane al massimo.

Persino esaurendo i limiti di legge, vedi la legge 241/1990 che prevede che ogni funzionario abbia 30 giorni per fare la sua parte di lavoro, una cittadinanza per matrimonio non potrebbe prendere più di 4 mesi:

Presentazione pratica -> 1 mese al massimo -> Protocollazione, codice K, richiesta pareri -> 1 mese al massimo -> ivio dei pareri all'UTG -> 1 mese al massimo -> valutazione dei pareri -> 1 mese al massimo -> firma.

Totale: 4 mesi al massimo.

Tanto per chiarire: il termine di 730 giorni del DPR 362/1994 pone unicamente un termine massimo alla procedura completa e non sostituisce in nessuna maniera la legge 241/1990 bensí la completa con una tutela aggiuntiva. Tale tutela aggiuntiva è stata inserita dal legislatore perché nelle pratiche per residenza i passi non sono 4 ma molti di più e, se ogni singolo funzionario si prendesse, con adeguata delibera, i 90 giorni massimi previsti dalla legge 241/1990 si potrebbe arrivare a dei tempi letteralmente biblici.

I trucchi dei funzionari sono infiniti. Usano trucchi legali ed illegali, raccontano menzogne e idiozie, prendono per i fondelli i cittadini, e più ne ha più ne metta.

Uno dei trucchi più diffusi è proprio quello di far credere ai cittadini che il DPR 362/1994 sostituirebbe la legge 241/1990, cioè di far credere ai richiedenti che, avendo 730 giorni a disposizione, ogni singolo funzionario coinvolto avrebbe il diritto di lasciar prendere polvere alla pratica per 729 giorni senza muovere un dito. Ciò, ovviamente, è non solo un'asinata colossale, ma un vero e proprio abuso della buona fede dei richiedenti (cioè, in termini del Codice Penale, una truffa ai danni dei richiedenti).

Io, parlando 6 lingue e conoscendo tutta Europa, ho osservato "dall'esterno" gli sviluppi dell'Italia negli ultimi tre decenni e posso dire che la quasi totalitá delle migliorie, modernizzazioni e riduzioni di corruzione ed abusi che sono intervenuti in Italia sono stati unicamente a causa delle imposizioni e delle sanzioni da parte della Unione Europea. Senza UE l'Italia sarebbe, per quanto riguarda il rispetto dei diritti dei cittadini, ancora oggi ad un livello più basso di almeno la metá dei paesi africani. Quindi, io consiglio di non limitarsi a diffide, querele e ricorsi a livello nazionale, bensí di inviare petizioni contro gli enti pubblici che ledono il diritto italiano ed europeo al Parlamento Europeo direttamente (c'è persino un formulario online), citando con nome e cognome tutti i funzionari e spiegando per filo e per segno le porcate che fanno ed allegando le prove.

Purtroppo, riscontro che di persone che hanno la cultura per fare ció ce ne sono un certo numero, limitato ma sufficiente, ma che il peggio è che la stragrande maggioranza anche di quelli che avrebbero la capacitá di protestare in maniera strutturata si abbandonano ad una rassegnazione ed una passivitá che mi ricordano troppo certe prediche religiose e contrastano troppo col pensiero scientifico e razionale.
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL