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entro 730g per legge, si ma per la cittadinanza per residenza non è proprio così

Ho mandato una diffida allo scadere dei 730 giorni al ministero la loro risposta mi ha fatto pensare così ho chiesto a un avvocato la questione è questa:

 "Il termine per la conclusione di tutti i procedimenti di acquisto della cittadinanza italiana e' di 730 giorni dalla presentazione della domanda. Le conseguenze dello spirare di questo termine senza che  l'amministrazione abbia provveduto - rigettando o accogliendo l'istanza - sono diverse a seconda dei motivo in base al quale la cittadinanza italiana e' stata richiesta.

In caso di richiesta per matrimonio con cittadino italiano, o di richiesta da parte di persone nate in Italia e vissute in Italia senza interruzioni fino al compimento dei diciotto anni, sorge un vero e proprio diritto soggettivo alla cittadinanza: passati due anni l'amministrazione non potra' piu' rigettare l'istanza e il richiedente potra' decidere se attendere i tempi dell'amministrazione o rivolgersi al giudice ordinario chiedendo che venga dichiarata la propria cittadinanza italiana.

In tutti gli altri casi lo spirare del termine di 730 giorni comporta un silenzio-inadempimento della pubblica amministrazione. Il richiedente potra' quindi impugnare, entro un anno dalla data in cui il termine di 730 giorni e' trascorso (e quindi entro tre anni dalla presentazione della domanda, pena la dichiarazione di irricevibilita' del ricorso), il silenzio dell'amministrazione davanti al Tar Lazio. Il Tribunale Amministrativo, verificato il decorso del termine senza che l'amministrazione si sia pronunciata, ordinera' all'amministrazione di provvedere entro un termine stabilito in sentenza (solitamente tra i 30 e i 90 giorni). "

e niente nello scoprire questo mi sento amareggiata e triste mi conviene mandare in futuro anche la seconda diffida?
« Ultima modifica: 07 Aprile 2018, 00:39:44 da SaraS91 »