Questo è un topic interessante: le p.a. hanno obbligo a rispondere ai quesiti?
Secondo Amedeo Intonti, non esiste una legge che obblighi una p.a. a rispondere né ai quesiti degli utenti né ai quesiti di altre p.a. Anch'io ho cercato e non ho trovato nessuna legge di questo tipo.
Un "sollecito" o un "quesito" non è un mezzo legale nel senso stretto del termine, non è quindi parte di un procedimento. Quindi, se una p.a. a cui è indirizzato un quesito o un sollecito non risponde, legalmente non si può fare nulla (cioè, in parole povere, fare il menefreghista non è un reato). Al massimo, ammesso e non concesso che i controlli di qualitá imposti alcune recenti leggi siano in forza e funzionino, i menefreghisti potrebbero subire degli svantaggi sul livello economico e/o della carriera, ma, conoscendo l'Italia (soprattutto il sud) tali controlli saranno più dei controlli di lecchinaggio che non di qualitá.
Tutt'altra cosa è se si invia una diffida. Se in un procedimento una p.a. ha l'obbligo di fare un certo lavoro entro un certo periodo, ma non lo fa, allora la diffida è necessaria per dare alla p.a. una ultima chance di fare il suo lavoro. Nella diffida deve essere menzionato l'articolo del codice penale leso dalla p.a. nel caso di inadempimento e si deve minacciare con querela penala nel caso di inadempimento nonostante la diffida. E se non viene adempito, si fa l'atto di querela, il che mette in moto il pubblico ministero che deve indagare penalmente contro la p.a. in questione ed è tenuto (che lo faccia o no è poi un'altro discorso) a portare l'accusa daventi ad un giudice penale nel caso le prove siano sufficienti.
Ed è proprio per questo motivo che Amedeo Intonti ha esposto cosí bene il metodo "diffida - accesso agli atti - querela". Perché è l'unico che può far paura ai fannulloni ed è quindi l'unico che serva a qualcosa.