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CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI

peter

CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI
« il: 22 Febbraio 2013, 19:29:35 »
ciao,tutti,io ho un problema,che miei figli non vanno scuola in italia,sono nati in italia,ci sono sul mio stato di famiglia,ma io devo fare giuramento fra puco,ma comune ma chiamato,per mi dire che i bambini non vanno scuola in italia, sono fuori di terretorio italiana piu di un mese,io normalemento devo fare insieme bambini il giuramento,adesso no loso cosa fare,mi serve vostro aiuto per favore,grazie
« Ultima modifica: 24 Febbraio 2013, 10:04:48 da peter »

igli88

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Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #1 il: 22 Febbraio 2013, 21:00:28 »
quando fai il giuramento i bambini devono essere in Italia e devono essere presenti con te in comune; devi fare in modo che i bambini rientrino in Italia prima del giorno del tuo giuramento!

peter

Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #2 il: 23 Febbraio 2013, 06:59:36 »
quando fai il giuramento i bambini devono essere in Italia e devono essere presenti con te in comune; devi fare in modo che i bambini rientrino in Italia prima del giorno del tuo giuramento!
ciao,igli88,certo quando vado fare il giuramento i bambini sono con me,ho paura che non vanno scuola in italia,e la signora di comune ma detto che piu di un mese che sono fuori di territorio italiana,io non capisco come e legge,grazie

igli88

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Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #3 il: 23 Febbraio 2013, 12:08:20 »
Non so cosa ti dicono quelli del comune: tu il giorno del giuramento portati dietro i figli e loro acquistono in automatico la cittadinanza italiana assieme a te: non lo dico io ma l'art. 14 della legge 5 febbraio 1992, n.91 e afferma che :
"I figli minori di chi acquista o riacquista la cittadinanza italiana, se convivono con esso, acquistano la cittadinanza italiana, ma, divenuti maggiorenni, possono rinunciarvi, se in possesso di altra cittadinanza."

Puoi vedere quanto detto nel seguente link del ministero dell'interno:

http://www.interno.gov.it/mininterno/site/it/sezioni/servizi/legislazione/cittadinanza/legislazione_30.html

Action

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Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #4 il: 23 Febbraio 2013, 12:24:46 »
I figli devono essere conviventi non solo sullo stato di famiglia.Dal momento che l'istruzione elementare è obbligatoria e loro non risultano iscritti significa che non convivono con te.Devi fare rientrare i bambini in Italia , fare l'iscrizione a scuola e devono stare a casa con te prima del giuramento per far prendere anche a loro la cittadinanza.La legge parla chiaro "devono convivere realmente con te"

Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #5 il: 23 Febbraio 2013, 18:42:08 »
Penso che igloo e action abbiano ragione e questo ci deve essere da lezione per tutti noi che siamo in attesa della cittadinanza italiana. Dico che dobbiamo essere prudenti e osservare bene tutte le leggi per non trovarci delle sorprese il giorno del giuramento. Peter sono padre di un piccolo ragazzo anch'io e la tua storia mi ha fatto riflettere, per favore sbrigati a sistemare la situazione dei figli per non farli subire quello che abbiamo patito noi genitori. grazie

Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #6 il: 23 Febbraio 2013, 19:29:37 »
Se posso essere di aiuto aggiungo qualcosa il fatto che i bambini non vadano qui a scuola e un segnale per il comune che i bambini non risiedono realmente qui ma siano solo iscriti nel comune formalmente nel mio caso personale ce stato un controlo sia fisico cioe con i vigili a casa sia al livelo scolastico cioe controlo del iscrizione del minore quindi o si portano qui e si iscrivono a scuola cioe vuol dire farli vivere qui realmente o se no decade la posibilita di aquisire la cittadinanza per loro.

Saluti

peter

RE.CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI
« Risposta #7 il: 23 Febbraio 2013, 22:18:29 »
I figli devono essere conviventi non solo sullo stato di famiglia.Dal momento che l'istruzione elementare è obbligatoria e loro non risultano iscritti significa che non convivono con te.Devi fare rientrare i bambini in Italia , fare l'iscrizione a scuola e devono stare a casa con te prima del giuramento per far prendere anche a loro la cittadinanza.La legge parla chiaro "devono convivere realmente con te"
ciao,tutti,action,adesso io come faccio per uscire de quasto problema,come posso fare per acquistare la cittadinanza per i bambini,altre cose io ho capito, ma la comune ma detto i bambini devono essere entrare in italia dentro un mese,quello che io non capisco,non ce escrito nessuno parte,per un mese e gia passato,cosa faccio adesso, aspetto vostro consiglio.grazie mille,
« Ultima modifica: 24 Febbraio 2013, 10:03:40 da peter »

Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #8 il: 24 Febbraio 2013, 09:58:26 »
Da un punto di vista strettamente legale la "convivenza" dei figli in Italia non implica necessariamente che i figli debbano frequentare una scuola nella stessa città, né che debbano dormire coi genitori più di 183 giorni all'anno (come avviene con gli adulti).

In Italia, nel caso un bambino, per esempio, venga messo dai genitori in un collegio internato, è ovvio che il bambino passerà più tempo nel collegio che non coi genitori. Ciò nonostante, il bambino conta come anagraficamente convivente. Non solo, ma nessun collegio internato è pronto ad iscrivere i suoi bambini all'anagrafe con indirizzo di residenza nel collegio (a meno che non siano orfani e lo ordini il giudice).

Nel tuo caso, quindi, insisti che i tuoi figli sono anagraficamente conviventi con te perché sei tu e nessun altro il portatore della patria potestà e che l'assenza è solo provvisoria e per motivi di studio unicamente. Portali al giuramento ed insisti che sia protocollato che i bambini erano presenti.
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

peter

Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #9 il: 24 Febbraio 2013, 11:46:39 »
Da un punto di vista strettamente legale la "convivenza" dei figli in Italia non implica necessariamente che i figli debbano frequentare una scuola nella stessa città, né che debbano dormire coi genitori più di 183 giorni all'anno (come avviene con gli adulti).

In Italia, nel caso un bambino, per esempio, venga messo dai genitori in un collegio internato, è ovvio che il bambino passerà più tempo nel collegio che non coi genitori. Ciò nonostante, il bambino conta come anagraficamente convivente. Non solo, ma nessun collegio internato è pronto ad iscrivere i suoi bambini all'anagrafe con indirizzo di residenza nel collegio (a meno che non siano orfani e lo ordini il giudice).

Nel tuo caso, quindi, insisti che i tuoi figli sono anagraficamente conviventi con te perché sei tu e nessun altro il portatore della patria potestà e che l'assenza è solo provvisoria e per motivi di studio unicamente. Portali al giuramento ed insisti che sia protocollato che i bambini erano presenti.
grazie maxytorino,cerco di parlare la signora di comune,poi altramento faccio avvocato,tu conosci uno buono avvocato roma,grazie

Action

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Re:cittadinanza in certa per i bambini
« Risposta #10 il: 24 Febbraio 2013, 13:28:25 »
Da un punto di vista strettamente legale la "convivenza" dei figli in Italia non implica necessariamente che i figli debbano frequentare una scuola nella stessa città, né che debbano dormire coi genitori più di 183 giorni all'anno (come avviene con gli adulti).

In Italia, nel caso un bambino, per esempio, venga messo dai genitori in un collegio internato, è ovvio che il bambino passerà più tempo nel collegio che non coi genitori. Ciò nonostante, il bambino conta come anagraficamente convivente. Non solo, ma nessun collegio internato è pronto ad iscrivere i suoi bambini all'anagrafe con indirizzo di residenza nel collegio (a meno che non siano orfani e lo ordini il giudice).

Nel tuo caso, quindi, insisti che i tuoi figli sono anagraficamente conviventi con te perché sei tu e nessun altro il portatore della patria potestà e che l'assenza è solo provvisoria e per motivi di studio unicamente. Portali al giuramento ed insisti che sia protocollato che i bambini erano presenti.
Forse mi sbaglio, ma mi sembra un caso totalmente diverso.Stai parlando di iscrizione anagrafica e convivenza di bambini italiani, che non devono acquisire la cittadinanza.
In questo caso si parla di reale convivenza x l'acquisto della cittadinaza da parte dei figli stranieri realmente conviventi.E' un requisito fondamentale previsto dalla legge.Si espone cosi il genitore a compiere 2 reati:
1-Visto che l'istruzione elementare è obbligatorio significa che il genitore non sta provvedendo a questo.Il comune fa i controlli e può segnalare il caso a i servizi sociali e a un giudice (cosa che di sicuro crea molti problemi al genitore, senza stare ad elencare tutti i problemi)
2-Il genitore sta giurando il falso dichiarando che i figli sono conviventi realmente con lui, quando cosi non è.In questo caso il reato è penale quindi non mi sembra proprio il caso di consigliare.Tra essere presenti durante il giuramento ed essere conviventi ci sono delle differenze enormi.
L'unica cosa che posso consigliare è quello di far rientrare i figli in Italia e fare l'iscrizione a scuola.In alternativa farsi aiutare da un legale.
« Ultima modifica: 24 Febbraio 2013, 13:30:50 da Action »

Re:CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI
« Risposta #11 il: 24 Febbraio 2013, 14:19:47 »
Il concetto di "convivenza" è lo stesso sia per l'anagrafe che per la cittadinanza. Se vale per l'anagrafe, vale anche per la cittadinanza. Nell'art.14 c'è solamente "convivente", nulla di più. Quindi è l'anagrafe che definisce il concetto di convivenza. È anche l'anagrafe che accerta la convivenza con l'aiuto di vigili e/o collaboratori differenti. Sia un funzionario di Torino che una alta funzionaria dirigente dello stato civile di Bologna mi hanno confermato (alcuni anni fa) che è (o perlomeno era) così.

Per quanto riguarda la scuola, in Italia c'è un dovere dei genitori di istruire i figli. Questo dovere i genitori lo possono fare nella maniera che vogliono. In Italia un genitore può anche decidere di istruire il figlio a casa sua e fargli fare degli esami per far controllare il suo livello di istruzione (cosiddetta "home schooling"), cosa che in altri paesi è vietata (p.es. in Germania). Soprattutto se si decide di mettere il figlio in un collegio in un luogo anche lontano dalla propria città, non c'è assolutamente nulla da eccepire. Al massimo, le p.a. italiane possono richiedere una prova che il figlio sia veramente istruito e non lasciato ignorante, in questo caso basta un certificato della scuola in cui studia. Queste informazioni sono sicure, mi sono informato anche telefonicamente al provveditorato perché ho io stesso una figlia che, a causa del suo carattere insopportabile, mia moglie ed io siamo stati obbligati a metterla in collegio, soprattuto per evitare che dia il cattivo esempio ai nostri altri figli più piccoli. Nella fattispece, nessun collegio internato in Italia (ho telefonato a ben quattro collegi per informarmi) né pretende né accetta che i bambini vengano iscritti all'anagrafe all'indirizzo del collegio, tutti i bambini che studiano negli internati sono iscritti conviventi coi genitori e risultano a tutti gli effetti di legge conviventi coi genitori. A questo punto, che l'internato si trovi in Italia o in un altro paese, come nel caso del nostro utente peter, non vedo proprio la differenza.

Per finire, mi sembra abbastanza ridicolo che i funzionari cerchino il pelo nell'uovo con la convivenza, perché, al limite, se un funzionario vuole veramente intestardirsi, potrebbe persino mettersi a contare le ore di permanenza del bambino col genitore (o coi genitori) il che porterebbe dei risultati allucinantemente assurdi. Pensa ad una madre sola coi proprii figli che lavora 8 ore al giorno + straordinari, viaggia 1 ora al mattino ed 1 ora alla sera tra lavoro e casa. Una tale madre può tranquillamente passare più di 12 ore al giorno fuori casa, metre, p.es., la nonna si occupa dei bambini. Se poi questa madre esce pure dal sabato sera alle 20 fino a domenica notte per passare il fine settimana coll'amichetto, arriviamo al risultato che la madre passa meno della metà del tempo coi bambini, mentre la nonna (che ha il proprio appartamento) passa più di metà del tempo coi bambini. C'è qualcuno che avrebbe il coraggio di sostenere che i bambini non sarebbero conviventi con la madre, bensí con la nonna, per un tale motivo?

Ovviamente, quindi (e ciò è quello che avviene in pratica), si sono stabiliti dei criteri sommari per definire la convivenza. Questi criteri sommari si basano innanzitutto sul legame legale (patria potestà) e sulla dimora (convivenza anagrafica). Andare a cercare altri peli nell'uovo, certamente, lo può fare ogni funzionario, ma ha poco senso.

Naturalmente, siccome in Italia è tutto arbitrario, i funzionari prendono la legge come un "consiglio ben intenzionato" anzichè applicarla così com'è, alcuni funzionari sono lassi e non pretendono nemmeno il rispetto della legge, altri sono fanaticamente zelosi e pretendono di più di quello che c'è nella legge, quindi è chiaro che può succedere di tutto. Quindi, al limite, stare dalla parte della ragione e fare come dice il funzionario di turno (cioè far rientrare i bambini ed iscriverli a scuola nella propria città, se è questo che pretende il funzionario), può essere meno fastidioso (e meno costoso) che fare ricorsi dietro ricorsi per degli anni per farsi riconoscere i proprii diritti. Tutto sommato, ai bambini, di fare un'anno di scuola in Italia non gli fa male, è vero?

Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

peter

Re:CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI
« Risposta #12 il: 24 Febbraio 2013, 17:40:48 »
Il concetto di "convivenza" è lo stesso sia per l'anagrafe che per la cittadinanza. Se vale per l'anagrafe, vale anche per la cittadinanza. Nell'art.14 c'è solamente "convivente", nulla di più. Quindi è l'anagrafe che definisce il concetto di convivenza. È anche l'anagrafe che accerta la convivenza con l'aiuto di vigili e/o collaboratori differenti. Sia un funzionario di Torino che una alta funzionaria dirigente dello stato civile di Bologna mi hanno confermato (alcuni anni fa) che è (o perlomeno era) così.

Per quanto riguarda la scuola, in Italia c'è un dovere dei genitori di istruire i figli. Questo dovere i genitori lo possono fare nella maniera che vogliono. In Italia un genitore può anche decidere di istruire il figlio a casa sua e fargli fare degli esami per far controllare il suo livello di istruzione (cosiddetta "home schooling"), cosa che in altri paesi è vietata (p.es. in Germania). Soprattutto se si decide di mettere il figlio in un collegio in un luogo anche lontano dalla propria città, non c'è assolutamente nulla da eccepire. Al massimo, le p.a. italiane possono richiedere una prova che il figlio sia veramente istruito e non lasciato ignorante, in questo caso basta un certificato della scuola in cui studia. Queste informazioni sono sicure, mi sono informato anche telefonicamente al provveditorato perché ho io stesso una figlia che, a causa del suo carattere insopportabile, mia moglie ed io siamo stati obbligati a metterla in collegio, soprattuto per evitare che dia il cattivo esempio ai nostri altri figli più piccoli. Nella fattispece, nessun collegio internato in Italia (ho telefonato a ben quattro collegi per informarmi) né pretende né accetta che i bambini vengano iscritti all'anagrafe all'indirizzo del collegio, tutti i bambini che studiano negli internati sono iscritti conviventi coi genitori e risultano a tutti gli effetti di legge conviventi coi genitori. A questo punto, che l'internato si trovi in Italia o in un altro paese, come nel caso del nostro utente peter, non vedo proprio la differenza.

Per finire, mi sembra abbastanza ridicolo che i funzionari cerchino il pelo nell'uovo con la convivenza, perché, al limite, se un funzionario vuole veramente intestardirsi, potrebbe persino mettersi a contare le ore di permanenza del bambino col genitore (o coi genitori) il che porterebbe dei risultati allucinantemente assurdi. Pensa ad una madre sola coi proprii figli che lavora 8 ore al giorno + straordinari, viaggia 1 ora al mattino ed 1 ora alla sera tra lavoro e casa. Una tale madre può tranquillamente passare più di 12 ore al giorno fuori casa, metre, p.es., la nonna si occupa dei bambini. Se poi questa madre esce pure dal sabato sera alle 20 fino a domenica notte per passare il fine settimana coll'amichetto, arriviamo al risultato che la madre passa meno della metà del tempo coi bambini, mentre la nonna (che ha il proprio appartamento) passa più di metà del tempo coi bambini. C'è qualcuno che avrebbe il coraggio di sostenere che i bambini non sarebbero conviventi con la madre, bensí con la nonna, per un tale motivo?

Ovviamente, quindi (e ciò è quello che avviene in pratica), si sono stabiliti dei criteri sommari per definire la convivenza. Questi criteri sommari si basano innanzitutto sul legame legale (patria potestà) e sulla dimora (convivenza anagrafica). Andare a cercare altri peli nell'uovo, certamente, lo può fare ogni funzionario, ma ha poco senso.

Naturalmente, siccome in Italia è tutto arbitrario, i funzionari prendono la legge come un "consiglio ben intenzionato" anzichè applicarla così com'è, alcuni funzionari sono lassi e non pretendono nemmeno il rispetto della legge, altri sono fanaticamente zelosi e pretendono di più di quello che c'è nella legge, quindi è chiaro che può succedere di tutto. Quindi, al limite, stare dalla parte della ragione e fare come dice il funzionario di turno (cioè far rientrare i bambini ed iscriverli a scuola nella propria città, se è questo che pretende il funzionario), può essere meno fastidioso (e meno costoso) che fare ricorsi dietro ricorsi per degli anni per farsi riconoscere i proprii diritti. Tutto sommato, ai bambini, di fare un'anno di scuola in Italia non gli fa male, è vero?
molto grazie maxytorino,ho capito devo fare intrare i bambini in italia e mandare la scuola in italia  i bambini possono fare giuramento insieme me,per la signora di commune ma detto e passato un mese,fuori di italia e negata la cittadinanza,quello che non capisco perche ma detto la comune e passato un mese ,non ce escrito nessuno parte,un mese ,grazie

Re:CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI
« Risposta #13 il: 25 Febbraio 2013, 10:05:49 »
In effetti mi sembra proprio che la funzionaria del comune stia facendo un abuso allucinante, un tale abuso che sarebbe perseguibile penalmente. Per poter negare l'acquisto della cittadinanza italiana ai tuoi figli, la funzionaria dovrebbe, come minimo, prima del giuramento, cancellare i tuoi figli dall'anagrafe della popolazione residente, e per far ciò deve avviare una procedura e motivarla per bene. Non vedo, altrimenti, che basi legali tale funzionaria potrebbe avere. In effetti, (a) i bambini sono tuoi figli, (b) tu sei l'esercente della patria potestà, (c) i bambini sono legalmente conviventi con te, indipendentemente dal posto in cui vanno a scuola, (d) i bambini saranno presenti al giuramento. L'anagrafe non può pretendere di più.

Inoltre, a mio modesto parere, non può che essere una cattiveria volontaria il negare a dei poveri bambini che non hanno colpa di nulla il diritto di seguire la cittadinanza del genitore che si fa naturalizzare. Mi chiedo se questa funzionaria ha dei figli e, se li ha, se sa cosa vuol dire amare i proprii figli. Non posso che deplorare che esistano al mondo delle persone che facciano del male a dei bambini. Probabilmente sta funzionaria sarà una zitella inacidita che ti vuole mettervi i bastoni tra le ruote per invidia. Forse potrebbe essere utile, quindi, parlare col suo superiore.

Non posso che consigliarti di far rientrare i tuoi figli a casa tua in Italia, iscriverli alla scuola del quartiere ed andare a fare il giuramento con loro, insistendo che sia protocollata la presenza dei bambini al giuramento. Portati al giuramento almeno due testimoni neutrali (che non siano quindi membri della tua famiglia) e fatti dare una copia del protocollo di giuramento. Così, almeno, tu hai fatto tutto il tuo dovere al 110%, cioè, hai fatto non solo il tuo dovere, ma anche il 10% in più che ti ha chiesto la funzionaria, anche se non aveva il diritto di chiedertelo.

Se poi la funzionaria si rifiutasse di dare la cittadinanza anche ai bambini e pure il suo superiore si schierasse dietro di lei, diffidala, eventualmente querelala e fai ricorso al TAR con il supporto di un avvocato capace.

Non saprei cos'altro dirti, l'Italia (e purtroppo non solo l'Italia) è piena di funzionari che agiscono arbitrariamente. Non posso che darti le informazioni che hanno dato a me quando mi sono informato qualche anno fa. Quello che so l'ho già scritto tutto.
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

peter

Re:CITTADINANZA IN CERTA PER BAMBINI
« Risposta #14 il: 25 Febbraio 2013, 20:05:33 »
In effetti mi sembra proprio che la funzionaria del comune stia facendo un abuso allucinante, un tale abuso che sarebbe perseguibile penalmente. Per poter negare l'acquisto della cittadinanza italiana ai tuoi figli, la funzionaria dovrebbe, come minimo, prima del giuramento, cancellare i tuoi figli dall'anagrafe della popolazione residente, e per far ciò deve avviare una procedura e motivarla per bene. Non vedo, altrimenti, che basi legali tale funzionaria potrebbe avere. In effetti, (a) i bambini sono tuoi figli, (b) tu sei l'esercente della patria potestà, (c) i bambini sono legalmente conviventi con te, indipendentemente dal posto in cui vanno a scuola, (d) i bambini saranno presenti al giuramento. L'anagrafe non può pretendere di più.

Inoltre, a mio modesto parere, non può che essere una cattiveria volontaria il negare a dei poveri bambini che non hanno colpa di nulla il diritto di seguire la cittadinanza del genitore che si fa naturalizzare. Mi chiedo se questa funzionaria ha dei figli e, se li ha, se sa cosa vuol dire amare i proprii figli. Non posso che deplorare che esistano al mondo delle persone che facciano del male a dei bambini. Probabilmente sta funzionaria sarà una zitella inacidita che ti vuole mettervi i bastoni tra le ruote per invidia. Forse potrebbe essere utile, quindi, parlare col suo superiore.

Non posso che consigliarti di far rientrare i tuoi figli a casa tua in Italia, iscriverli alla scuola del quartiere ed andare a fare il giuramento con loro, insistendo che sia protocollata la presenza dei bambini al giuramento. Portati al giuramento almeno due testimoni neutrali (che non siano quindi membri della tua famiglia) e fatti dare una copia del protocollo di giuramento. Così, almeno, tu hai fatto tutto il tuo dovere al 110%, cioè, hai fatto non solo il tuo dovere, ma anche il 10% in più che ti ha chiesto la funzionaria, anche se non aveva il diritto di chiedertelo.

Se poi la funzionaria si rifiutasse di dare la cittadinanza anche ai bambini e pure il suo superiore si schierasse dietro di lei, diffidala, eventualmente querelala e fai ricorso al TAR con il supporto di un avvocato capace.

Non saprei cos'altro dirti, l'Italia (e purtroppo non solo l'Italia) è piena di funzionari che agiscono arbitrariamente. Non posso che darti le informazioni che hanno dato a me quando mi sono informato qualche anno fa. Quello che so l'ho già scritto tutto.
molto grazie maxytorino,prossima settimana ti faccio sapere come andata,grazie ancora arrivederci,