Tutto Stranieri

Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana

Salve

Mi servirebbero disperatamente alcuni chiarimenti sui documenti necessari per la cittadinanza Italiana:

1. Se il certificato penale rilasciato dal Canada e' stato autenticato dal Consolato Canadese in Italia, deve comunque essere riautenticato da un consolato Italiano in Canada? Nel caso di una risposta affermativa, sarebbe sufficiente produrre una certificazione da parte del consolato Canadese in Italia direttamente in lingua Italiana? (ovviamente poi legalizzata dalla Prefettura della Repubblica)

2. Ovunque c'e' scritto che il certificato penale non deve avere la data anteriore di 6 mesi. Eppure la prefettura della mia provincia mi ha risposto via email che il documento ha validita' sino al mio rientro in quel paese. Se mentre sto cercando di compiere tutto l'iter necessario per l'autenticazione, legalizzazione e traduzione dei documenti passassero piu' di 6 mesi dalla data di rilascio, spero che in base a quest'email non mi facciano dei problemi nell'accettazione del certificato penale. Che dite?

3. Sembra che nel 2012 e' cambiata la lista dei documenti necessari. La cosa strana e' che nella lista dei documenti da consegnare non appaiono piu' modelli fiscali (CUD, 730, etc). Solo per badanti e colf e' richiesta una dichiarazione. Vuol dire che e' un errore o che i modelli fiscali non sono piu' richiesti per altri lavoratori? Immagino che i certificati vari Italiani (penali/carichi pendenti, residenza, stato di famiglia...) non sono piu' necessari.

Grazie 1000 a tutti per l'auto.

Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #1 il: 13 Luglio 2012, 00:30:21 »
Domanda 1.
Innanzitutto "autenticare" non significa, nel linguaggio burocratico italiano, nulla. Parliamo di "legalizzazione". Hai due possibilità:
a) Far fare un certificato in Canada. Allora devi farlo legalizzare dal Ministero dell'Estero canadese poi farlo tradurre da un traduttore riconosciuto dall'Ambasciata Italiana in Canada, e poi farlo legalizzare dall'Ambasciata Italiana in Canada.
b) Far fare un certificato dal Consolato (o dall'Ambasciata) Canadese in Italia. Allora tale certificato deve essere controfirmato dal Console (o dall'Ambasciatore). Poi lo puoi far legalizzare dalla prefettura in Italia (ammesso che la firma del Console, o dell'Ambasciatore, sia nella lista delle firme depositate in prefettura, cosa che dovrebbe sempre essere).

Domanda 2.
L'articolo di legge rilevante è l'articolo 41 del DPR 445/2000, che detta il seguente:
1. I certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazioni attestanti stati, qualita' personali e fatti non soggetti a modificazioni hanno validita' illimitata. Le restanti certificazioni hanno validita' di sei mesi dalla data di rilascio se disposizioni di legge o regolamentari non prevedono una validita' superiore.
2. I certificati anagrafici, le certificazioni dello stato civile, gli estratti e le copie integrali degli atti di stato civile sono ammessi dalle pubbliche amministrazioni nonche' dai gestori o esercenti di pubblici servizi anche oltre i termini di validita' nel caso in cui l'interessato dichiari, in fondo al documento, che le informazioni contenute nel certificato stesso non hanno subito variazioni dalla data di rilascio. Il procedimento per il quale gli atti certificativi sono richiesti deve avere comunque corso, una volta acquisita la dichiarazione dell'interessato. Resta ferma la facolta' di verificare la veridicita' e la autenticita' delle attestazioni prodotte. In caso di falsa dichiarazione si applicano le disposizioni di cui all'articolo 76. D.P.R. 445/2000

Tale articolo si presta a varie interpretazioni e "stiracchiamenti". Normalmente, essendo un certificato penale non un certificato di stato civile in senso stretto, dovrebbe valere solo 6 mesi e basta. Peró si potrebbe, per estrapolazione della volontà del legislatore, supporre che il comma 2 sia applicabile anche ad un certificato penale. La prefettura in questione sembra aver "stiracchiato" la legge molto a tuo favore (usando certamente una logica ed un buon senso fuori del comune per delle p.a. italiane) assumendo (con ragione) che, se tu logicamente non ti rechi mai in Canada dalla data di emissione del certificato penale sino alla data di presentazione, non puoi, fisicamente, mai aver commesso reati penali in Canada con il risultato deduttivamente logico che i dati del certificato debbano essere invariati (quindi applicando "stiracchiatamente" il comma 1).
A questo punto ti chiedo gentilmente: dicci per favore di quale prefettura si tratta e riporta il testo integrale della email a te inviata, potendo questa essere molto utile ad altri utenti

Domanda 3.
A decorrere del 01.01.2012 le p.a. italiane sono tenute a procurarsi da sole tutti i certificati di altre p.a. italiane. Il cittadino è tenuto solo più a presentare certificati emessi da nazioni straniere (dovutamente legalizzate o apostillate secondo gli accordi e, ovviamente, tradotti).
Laureato in ingegneria a Torino
Laureato in economia ad Hagen
Specialista in Diritto di cittadinanza
Sostenitore dei Diritti Umani
Critico delle religioni, già incaricato regionale dell' IBKA
Sostenitore della psicoanalisi
Attivista contro gli abusi della psichiatria
Lingue: DE, FR, IT, EN, SP, NL

Maria Josefina Valverde Padilla

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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #2 il: 13 Luglio 2012, 15:55:28 »

Si mi posso permettere;  il certificato penale rilasciato dal paese d’origine o eventuali altri paesi di residenza, ai fini della richiesta di cittadinanza, deve essere esclusivamente rilasciato da tali paesi, tradotto e legalizzato con la procedura descritta nella risposta 1, lettera a).da parte di MaxyTorino(eccetto i paesi firmatari di convenzioni).

 I Consolati non possono certificare  questo tipo di stati che devono essere certificati dalla propria autorità di giudiziaria del paese d’origine;  caso contrario se fra i servizi che eroga il Consolato Canadese in Italia  c’è la richiesta del certificato penale o altri certificati dei loro cittadini residenti all’estero, allora potrebbe fare uso di questo servizio fungendo il Consolato di tramite per poterli fare in Canada, ma io la vedo difficile anche per il semplice fatto che i documenti Canadesi devono passare per il Consolato Italiano per essere legalizzati.
La procedura è descritta nel sito.

http://www.constoronto.esteri.it/Consolato_Toronto

-risorsi informative.

Su la validità dei certificati è vero che la norma prevede  6 mesi di validità ma in questi casi quasi tutte le Prefetture accettano il certificato penale anche dopo i sei mesi, (ho la certezza), semprecche tu non abbia fatto ritorno del paese in tutto quel tempo (dal rilascio alla consegna) .

I redditi sono un requisito essenziale per la richiesta di cittadinanza per naturalizzazione, solo nel caso di richiesta per matrimonio non vanno richiesti, può darsi che c’è un errore nel elenco dei documenti che tu hai.

Infine, essendo che i datori di lavoro delle Colf/Badanti non hanno l’obbligo del rilascio del CUD, provvedono a rilasciare una Dichiarazione sostitutiva del CUD, cioè una di dichiarazione dei redditi percepiti nell’anno, per alcune Prefetture va bene questa dichiarazione, altre vogliono l’Estratto contributivo dell’INPS (li si evince il reddito percepito dal richiedente,…. in realtà quello dichiarato dal datore di lavoro!!)

Per quanto riguarda i certificati Italiani,  devi solo fare le “Dichiarazione sostitutive di certificazione” tanto per la questione dell’anagrafe come per quella giudiziale, sarà poi la Prefettura che sulla base delle tue dichiarazione farà i dovuti accertamenti.

Mediatore Sociale e Civile
Sportello Distrettuale di Segretariato Sociale.
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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #3 il: 13 Luglio 2012, 18:02:51 »
Desidererei solo puntualizzare che la mia risposta era di tipo generale, non conoscendo io il caso particolare del Canada.

Infatti, ci sono nazioni i cui Consolati emettono anche certificati penali e nazioni che li emettono solo attraverso uffici situati sul rispettivo territorio nazionale. Esempi:
1. La Spagna. I consolati spagnoli non emettono certificati penali e non è nemmeno possibile farseli inviare per posta (anche se c'è la possibilità sul sito del Ministero, in pratica il certificato non ve lo mandano). Per cui, non resta che andare in Spagna e farselo fare li, di persona. L'apostilla ve la fanno subito nel medesimo ufficio (a Madrid vi mandano da un'altro funzionario per l'apostilla, a Barcellona i funzionari fanno certificato ed apostilla in una manata).
2. La Germania. Il Bundesamt für Justiz invia i certificati penali semplicemente per posta, basta fare richiesta allegando copia autenticata di un documento di identitá. Il certificato non deve essere né legalizzato né apostillato.
3. Il Marocco. Si può andare in Marocco, farsi fare il certificato lì, farlo tradurre da un traduttore riconosciuto dall'Ambasciata italiana e farlo legalizzare dall'Ambasciata italiana. Oppure, si può farsi fare il certificato dal Consolato del Marocco competente, prendersi cura che sia controfirmato dal Console del Marocco e, se la firma del Console è conosciuta dalla prefettura, si può far legalizzare il certificato dalla prefettura.

Quindi, la cosa è diversa da paese a paese.

Fondamentalmente la logica è semplice: lo stato italiano deve essere sicuro che il certificato straniero non sia un falso. Per fare ciò, lo stato si serve di tre mezzi:

1. Contratti bilaterali diretti. Esempio: tra la Germania e l'Italia c'è un tale contratto, per cui l'Italia ha il diritto di controllare direttamente in Germania l'autenticità del documento. I documenti tedeschi, quindi, in forza del contratto bilaterale, non necessitano né apostilla ne legalizzazione.

2. Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961. Esempio: l'Italia e la Spagna aderiscono a tale convenzione. Quindi, i documenti spagnoli necessitano solo di un'apostilla. Attraverso l'apostilla, le p.a. italiane possono verificare l'autenticitá del documento spagnolo.

3. Nessuna convenzione. Esempio: tra l'Italia ed il Marocco non ci sono né convenzioni né contratti bilaterali. In tal caso la p.a. si accerta dell'autenticitá attraverso la legalizzazione. Questa significa che un ufficiale italiano certifica che la firma dell'ufficiale straniero che garantisce l'autenticitá del documento straniero sia autentica. Si tratta quindi sempre di una catena di responsabilitá. Tale catena non deve necessariamente passare per l'ambasciata italiana, basta solo che la catena sia chiusa. Quindi, per il Marocco, vi sono due catene possibili:

I. La direzione di polizia di Rabat emette e firma il documento e l'invia alla stazione di polizia richiedente -> L'interessato lo ritira alla stazione di polizia e lo porta al Ministero degli Esteri marocchino che legalizza la firma del funzionario di Rabat -> L'Ambasciata italiana legalizza la firma del funzionario del Ministero degli Esteri marocchino.

II. La direzione di polizia di Rabat emette e firma il documento e l'invia al Consolato del Marocco in Italia -> Il Console del Marocco in Italia legalizza l'autenticitá della firma del funzionario di Rabat -> L'interesato lo ritira a lo porta alla prefettura italiana che legalizza l'autenticitá della firma del Console del Marocco in Italia.

In sintesi, le vie della legalizzazione possono a volte essere anche più di una, basta che vi sia una catena di persone che, a partire da chi emette il documento, a finire ad un funzionario italiano. certifichino l'autenticitá della firma del precedente.

Domanda: potreste documentarmi in qualche maniera il fatto che le prefetture accettano un certificato penale più vecchio di 6 mesi nel caso che il naturalizzando non si sia recato nel paese in questione dopo l'emissione del certificato? GRAZIE PER UNA RISPONSTA COMPLETA CON eventualmente, copia di un qualche documento.
« Ultima modifica: 14 Luglio 2012, 17:06:27 da maxytorino »
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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #4 il: 15 Luglio 2012, 02:14:30 »

Non sono a conoscenza se alcuni Consolati  emettono  certificati penali, so invece  che alcuni rilasciano una certificazione in lingua italiana corrispondente al certificato penale originale presentato dall’interessato, la quale  viene legalizzata alla Prefettura del luogo dove ha sede il Consolato o qualsiasi Prefettura dove il Console abbia depositato la firma (salvo atti consolari emessi dei paesi firmatari della Convenzione di Londra del 07 Giugno 1968).

Questa prassi comunque macchinosa e non meno costosa di quella che si fa nel proprio paese, viene utilizzata ben poco, perche comunque viene richiesto all’interessato di produrre il certificato originale prodotto nel paese d’origine, sta poi a lui valutare la possibilità d’avvalersi di questa procedura o non.

Non avendomi mi capitato un caso del genere non posso dire che il certificato, cosi come  rilasciato dal Consolato è stato accettato dalla Prefettura ai fini della richiesta della cittadinanza.

E’ bene sapere che  gli spagnoli se vogliono fare il certificato penale devono andare al loro paese a farselo di persona, (tanto con meno di 50 euro vanno e tornano!!) se mi capita uno spagnolo che vuole fare la cittadinanza Italiana lo terrò in mente la stessa cosa vale per i tedeschi se mai mi capitasse.

Sulla questione della legalizzazione o meno non è un problema abbiamo in ufficio l’elenco di tutte le convenzioni con i rispettivi elenchi di paesi firmatari cosi come gli accordi bilaterali,  quindi sapendo la cittadinanza del richiedente posso essere in grado di dirle se i documenti prodotti nel suo paese (atti di stati civili, atti pubblici, ecc) per essere validi in Italia devono o non essere legalizzati, apostillati, richiesti in un specifico modulo, legalizzare la firma del traduttore o no, legalizzare la firma del Console o no(nei casi degli atti rilasciati dall’autorità consolare in Italia) ,ecc come ben saprai ci sono almeno sette Convenzioni Multilaterali cosi come altre tanti Accordi Bilaterali sulla tematica.

Sul Marocco come tanti altri paesi non firmatari della Convenzione dell’Aja, o non firmatario di nessuna convenzione bilaterale su atti pubblici con l’Italia, IO chiedo all’utente di fare  la prima procedura .- documento----) legalizzazione della firma del dirigente/responsabile che ha rilasciato il documento  ----) legalizzazione al Ministero dell’Estero-----) traduzione da parte di traduttore ufficiale-----) legalizzazione della firma del traduttore presso il Consolato Italiano, cosi sono sicura che non avrà problemi al momento della consegna de i documenti
.
La seconda procedura non la ho mai utilizzato quindi  non posso sapere se funziona cosi con il Marocco,o con qualche altro paese, non dico mai all’utente di usare questa alternativa (richiesta certificato penale per mezzo del Consolato) perche come detto già prima non posso essere sicura che i documenti possano essere accettati o no; se poi  vuole utilizzare questa alternativa e  libero di farlo.

Per quanto riguarda la “prova” che mi chiedi  su quanto ho scritto sulla accettazione da parte della prefettura del certificato penale più vecchio di sei mesi, posso  solo dirti che quando decido di rispondere a qualche quesito non lo faccio giusto per rispondere qualcosa; certo sono un umano e come tale qualche volta posso pure scrivere qualcosa di sbagliato perche in quel momento mi sono un po’ “smemorata”, ma c’è sempre qualcuno che può correggere il mio sbaglio o posso anche subito dopo rimediare.

Amedeo sa della mia serietà e professionalità del lavoro che svolgo da tanti anni, quindi normalmente scrivo su cose che ne ho la certezza.  Detto ciò cosa vorresti? che scannerizzo qualche certificato penale  e anche il modulo della richiesta di cittadinanza  cosi verifiche quanto detto? potrei pure farlo sbiancando i nomi ma potresti anche pensare che si tratta di due persone diverse non ti pare?, per “aiutarti” a dissipare tuoi dubbi, posso semplicemente darti un paio di esempi.

Cittadina Dominicana.- Prefettura Roma- certificato penale del 23.04.2010, scadenza il 23.05.2010- tradotto e legalizzato in Italia il 15.12.2010, presentazione della domandadi cittadinanza  il 17.02.2011.

Cittadina del Ecuador- Prefettura di Frosinone- certificato penale del 17.11.2009, scadenza il 15.02.2010- legalizzato al Consolato Italiano in Ecuador il 07.04.2010, presentazione della domanda di cittadinanza il 07.04.2011 !!!.

Se poi la mia risposta non ti soddisfa non ci posso fare niente.

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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #5 il: 15 Luglio 2012, 16:13:47 »
Gentile collega,

innanzitutto desidererei lamentarmi del fatto che lei scrive degli interventi kilometrici senza prima aver letto attentamente ciò che ho giá scritto io e quindi creando discorsi tra sordi.

Per tal motivo commento (vedi sotto) in rosso alcune delle sue osservazioni.

Inoltre, mi lamento espressamente del fatto che lei sembra trovare delle ore per scrivere delle cose che non apportano nessuna informazione aggiuntiva utile per gli utenti, mentre non ha risposto ad un quesito utilissimo che ho posto io: ci può fornire, per cortesia, una qualsiasi prova del fatto che molte prefetture (basta una lettera si una prefettura) accettano un certificato penale più vecchio di 6 mesi nel caso in cui l'interessato non si sia recato nel paese emettente il certificato dopo la data di emissione??? .

Le pregherei gentilmente di rispondere a questa domanda utile a tutti visto che lei, ovviamente, sará sicuramente in possesso di documentazione che provi quello che ha scritto visto e considerato l'ufficio in cui lavora. La ringrazio a nome di tutti gli utenti interessati.

Faccio presente agli altri utenti che ho posto tale quesito anche privatamente, per di più in lingua spagnola per fare una cortesia alla Sr.a Valverde e che, ció nonostante, non si è degnata di rispondermi.

Distinti saluti,



Non sono a conoscenza se alcuni Consolati  emettono  certificati penali,
- i consolati del Marocco non "emettono" certificati penali, è la direzione di polizia di Rabat che li emette. Ho già spiegato ciò molto bene ma la S.ra Valverde non sembra aver letto il mio intervento - so invece  che alcuni rilasciano una certificazione in lingua italiana corrispondente al certificato penale originale presentato dall’interessato, la quale  viene legalizzata alla Prefettura del luogo dove ha sede il Consolato o qualsiasi Prefettura dove il Console abbia depositato la firma (salvo atti consolari emessi dei paesi firmatari della Convenzione di Londra del 07 Giugno 1968).

Questa prassi comunque macchinosa e non meno costosa
- eccome se è meno costosa, visto che si fa tutto nei dintorni del proprio luogo di residenza in Italia al posto (nel caso del Marocco) di dover fare due viaggi in aereo con spese di viaggio, vitto e alloggio - di quella che si fa nel proprio paese, viene utilizzata ben poco, perche comunque viene richiesto all’interessato di produrre il certificato originale prodotto nel paese d’origine - non è vero, i consolati del Marocco vogliono solo che il loro cittadino si registri al proprio consolato, poi possono far richiesta del certifiato penale presentando il passaporto marocchino e la carta di soggiorno italiana -   , sta poi a lui valutare la possibilità d’avvalersi di questa procedura o non.

Non avendomi mi capitato un caso del genere non posso dire che il certificato, cosi come  rilasciato dal Consolato è stato accettato dalla Prefettura ai fini della richiesta della cittadinanza Non esiste nessuna ragione pensabile al mondo per la quale non debba essere accettato.

E’ bene sapere che  gli spagnoli - anche qui non è stato letto il mio testo, io non ho parlato di Spagnoli, ho parlato di persone in generale e, in effetti, i cittadini spagnoli hanno il vantaggio di potersi far inviare il certifiato penale per posta anche all'estero, mentra agli altri (anche se comunitari) il Ministerio de Justicia semplicemente non glielo manda, quindi devono andare a Madrid alla oficina de atención al ciudadano -   se vogliono fare il certificato penale devono andare al loro paese a farselo di persona, (tanto con meno di 50 euro vanno e tornano!!) se mi capita uno spagnolo che vuole fare la cittadinanza Italiana lo terrò in mente la stessa cosa vale per i tedeschi se mai mi capitasse.

Sulla questione della legalizzazione o meno non è un problema abbiamo in ufficio l’elenco di tutte le convenzioni con i rispettivi elenchi di paesi firmatari cosi come gli accordi bilaterali,  quindi sapendo la cittadinanza del richiedente posso essere in grado di dirle se i documenti prodotti nel suo paese (atti di stati civili, atti pubblici, ecc) per essere validi in Italia devono o non essere legalizzati, apostillati, richiesti in un specifico modulo, legalizzare la firma del traduttore o no, legalizzare la firma del Console o no(nei casi degli atti rilasciati dall’autorità consolare in Italia) ,ecc come ben saprai ci sono almeno sette Convenzioni Multilaterali cosi come altre tanti Accordi Bilaterali sulla tematica.

Sul Marocco come tanti altri paesi non firmatari della Convenzione dell’Aja, o non firmatario di nessuna convenzione bilaterale su atti pubblici con l’Italia, IO chiedo all’utente di fare  la prima procedura .- documento----) legalizzazione della firma del dirigente/responsabile che ha rilasciato il documento  ----) legalizzazione al Ministero dell’Estero-----) traduzione da parte di traduttore ufficiale-----) legalizzazione della firma del traduttore presso il Consolato Italiano, cosi sono sicura che non avrà problemi al momento della consegna de i documenti Non era il caso di ripeterlo, visto che l'ho scritto giá io più volte.
.
La seconda procedura non la ho mai utilizzato quindi  non posso sapere se funziona cosi con il Marocco,o con qualche altro paese, non dico mai all’utente di usare questa alternativa (richiesta certificato penale per mezzo del Consolato) perche come detto già prima non posso essere sicura che i documenti possano essere accettati o no; se poi  vuole utilizzare questa alternativa e  libero di farlo - mia moglie ha parlato con cittadini marocchini residenti in Spagna e tutti coloro che vogliono richiedere la cittadinanza spagnola vanno a fare il certificato penale al proprio consolato... .

Per quanto riguarda la “prova” che mi chiedi  su quanto ho scritto sulla accettazione da parte della prefettura del certificato penale più vecchio di sei mesi, posso  solo dirti che quando decido di rispondere a qualche quesito non lo faccio giusto per rispondere qualcosa; certo sono un umano e come tale qualche volta posso pure scrivere qualcosa di sbagliato perche in quel momento mi sono un po’ “smemorata”, ma c’è sempre qualcuno che può correggere il mio sbaglio o posso anche subito dopo rimediare Qui, signora Valverde, lei é completamente fuori sintonia. Io, personalmente, non necessito una prova per credere che ció che lei dice sia vero, la necessito per sbatterla in faccia alla prefettura di Torino!

Amedeo sa della mia serietà e professionalità del lavoro che svolgo da tanti anni, quindi normalmente scrivo su cose che ne ho la certezza.  Detto ciò cosa vorresti? che scannerizzo qualche certificato penale  e anche il modulo della richiesta di cittadinanza  cosi verifiche quanto detto? potrei pure farlo sbiancando i nomi ma potresti anche pensare che si tratta di due persone diverse non ti pare?, per “aiutarti” a dissipare tuoi dubbi, posso semplicemente darti un paio di esempi.

Cittadina Dominicana.- Prefettura Roma- certificato penale del 23.04.2010, scadenza il 23.05.2010- tradotto e legalizzato in Italia il 15.12.2010, presentazione della domandadi cittadinanza  il 17.02.2011.

Cittadina del Ecuador- Prefettura di Frosinone- certificato penale del 17.11.2009, scadenza il 15.02.2010- legalizzato al Consolato Italiano in Ecuador il 07.04.2010, presentazione della domanda di cittadinanza il 07.04.2011 !!!.

Quello che sarebbe utile sarebbe una risposta (sia per lettera sia per email) di una qualsiasi prefettura ad un quesito nel quale la prefettura risponda che il certificato penale del paese di origine più vecchio di 6 mesi viene accettato perché la richiedente, non essendosi recata nel suo paese d'origine dopo la data di emissione del certificato, non potrebbe fisicamente mai aver commesso reati penali nel suo paese di origine e quindi i dati del certificato devono essere palesemente invariati.

Nel caso ciò non sia possibile, aiuterebbe anche una copia completa di un procedimento che provi che il certifiato è stato accettato per tali motivi.


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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #6 il: 15 Luglio 2012, 17:43:40 »

Caro Sig. MaxiTorino, non è la mia intenzione polemizzare con Lei,

Ma la mia risposta chilometrica è basata su quello che Lei ha scritto, se poi è del parere che il mio discorso non aiuta a nessuno , beh è libero di farlo,  grazie a Dio ogni uno è unico e ineguagliabile e come tale ha i propri pensieri.

Poi il suo discorso e domanda in toni sovrastanti  sembrava dire “datemi una prova se non mi pare che scrivi solo balle!!, e non una domanda qui risposta è personalmente utile a Lei.

 Solo ora leggendo la sua risposta qui nel forum sono venuta a conoscenza che mi ha inviato una e-mail personale, purtroppo la marea di lavoro dell'ufficio non mi permette guardare tutti giorni la mia posta personale, piuttosto guardo quella dell'ufficio, che infatti è memorizzata ma nel vecchio forum dove sono iscritta con un nick invece che il mio nome.

La ho letto  e preferisco risponderle privatamente, il fatto che l'abbia scritto in spagnolo mi è del tutto  indifferente,  rimango pero stupita del fatto che, chi mi ha scritto l’e-mail e chi risponde in questo forum sembrano due persone completamente diverse nei toni e nei modi, ma è sempre Lei?  :) ..... e qui spero avere finito con questo discorso.

Tornando al nostro tema sul certificato penale,  posso solo dirle che non ho nessuna lettera dove la Prefettura ammetta d’accettare i certificati penale oltre i sei mesi di scadenza, semplicemente lo hanno detto a parola e poi lo hanno fatto, personalmente è successo anche con la mia domanda di cittadinanza.

Nella risposta via e-mail  invierò scannerizzato un paio di documenti che Le potrebbero essere utili per provare detta consuetudine.


Saluti.
Mediatore Sociale e Civile
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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #7 il: 15 Luglio 2012, 19:29:32 »
Gentile Sig.ra Valverde,

sí sono sempre io, ma certamente anche Che Guevara aveva due modi di comportarsi, uno sul campo di battaglia, ed uno negli incontri privati. Lo scriverle in spagnolo mi sembrava un segno di cortesia, essendo io quello che le chiede un'informazione.

La ringrazio anticipatamente per tutte le prove che potrà inviarmi. Ci metteremo d'accordo sul come metterle a disposizione ad altri utenti che ne possano aver bisogno (e ce ne sono tanti).

Cordialmente.

PS: Le emails le ho inviate sulla sezione messaggi privati di tuttostranieri siccome lei non pubblica il suo indirizzo email. Inoltre, avendo trovato un indirizzo email del suo posto di lavoro, della prima email (in tutto sono due) ne ho inviato una copia anche lì.
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Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #8 il: 16 Luglio 2012, 12:20:04 »
Salve

innanzitutto grazie per le vostre risposte. Non pensavo di causare una discussione tanto accesa con le mie domande :). Ma e' bello che tante persone lottano per aiutare poveri noi a trovare delle risposte giuste ai nostri quesiti.

Purtroppo, costa tanto in termini di denaro e tempo produrre i certificati penali provenienti dai paesi nei quali si e' vissuti. Speravo fosse possibile avere delle alternative, ma mi pare di capire che e' meglio non rischiare e produrre i certificati provenienti direttamente dai paesi stranieri invece che dai consolati.

Apprezzerei tantissimo se mi poteste dare una mano con ulteriori quesiti:

1. come si fa la domanda della cittadinanza? bisogna prendere un appuntamento o dipende da una prefettura all'altra. Che voi sappiate, per la prefettura di Bergamo serve un'appuntamento o semplicemente ci si presenta negli orari di apertura senza un appuntamento e si consegna la richiesta della cittadinanza assieme a tutta la documentazione? Sul sito della Prefettura di Bergamo c'e' scritto che si rilasciano i biglietti. Ma non capisco cosa sono questi biglietti.

2. perche' il modello B di cittadinanza per residenza chiede il cognome di nascita della madre? sul mio certificato di nascita e' inserito il cognome di mia madre da sposata. spero che non mi facciano dei problemi visto che il cognome di nascita di mia madre non appare piu' da nessuna parte. devo proprio inserire il cognome di nascita nel modello B?

3. Se si sbagliano le date di iscrizione all'anagrafe si rischia il rigetto della domanda?

4.  Ho un altro certificato penale, prodotto in un paese che fa parte della convenzione AIEA. Il documento e' stato tradotto in Italiano direttamente dal ministero degli esteri di quel paese. Che dire, l'Italiano usato e' pessimo. Usano dei termini fuori luogo che fanno pure ridere. Ma la traduzione e' apostillata, cosi' come lo e' il certificato penale nella lingua originale. Se ho capito bene, la traduzione apostillata deve essere accettata anche se l'italiano fa ridere. e' corretto?

Grazie ancora di cuore per tutto il vostro aiuto.

Rosa

Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #9 il: 05 Agosto 2012, 16:57:18 »
Rosa75,

Preparo anche io un certificato penale per il Canada per una domanda di cittadinanza italiana, posso chiedere come lo fai perche' il consolato italiano in Canada non me risponde con le istruzioni. Faccio cosi':

1) Ho ordinato il certifcato penale di una societa' terza in Canada, gia' fatto, il certificato arriva direttamente dal RCMP
2) Adesso penso che devo inviarlo a Ottawa (Foreign Affairs and International Trade) per far fare l' autentificazione
3) lo faccio tradurre per una traduttrice giurata, il certficato e l'authentificazione?
4) Il consolato in Canada mi fa una legalizzazione della traduzione

guisto?

Grazie

Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #10 il: 10 Agosto 2012, 08:23:17 »
ciao scusami per il ritardo nella risposta ma sono in ferie. Si' la procedura e' quella che hai descritto tu. Il certificato RCMP cel'hai gia'. Questo come hai scritto tu deve essere prima autenticato da DFAIT. Poi tradotto e sia la traduzione sia il certificato rcmp devono essere legalizzati da un consolato italiano in canada. L'autenticazione da parte di DFAIT non e' altro che un timbro direttamente sul certificato RCMP e serve solo perche' i consolati italiani hanno le firme solo degli ufficiali DFAIT.  Non e' necessario tradurlo. Quel che conta di piu' e' che ci siano 2 timbri da un consolato italiano: uno che certifica la firma sul documento RCMP (di Dfait) e l'altro che certifica che la traduzione e' conforme all'originale. Tu adesso sei in Canada? Io ho dovuto fare tutto remotamente visto che non potevo muoverm dall'Italia. Ho ingaggiato una societa' che si chiama ALSCanada (authentication legalization services Canada). Ho mandato loro solo il certificato RCMP e hanno fatto tutto loro: autenticazione DFAIT, traduzione, legalizzazione di ambedue da parte del consolato Italiano ad Ottawa. Ho pagato circa 300 euro in tutto ma il servizio e' stato eccellente. Se anche tu ti trovi in Italia e non sai come uscire da questo iter burocratico io te li consiglio. Ciao

Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #11 il: 26 Agosto 2012, 10:05:35 »
Rosa75,

Grazie per la risposta.

"Tu adesso sei in Canada?"

In fatti, sono in Svizzera, ma sono canadese, allora, mia famiglia fa il 'lavoro' per me in Canada, senza famiglia/amici in Canada avrei assunto anche io una societa per fare tutto come te.

Ciao

Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #12 il: 27 Agosto 2012, 10:19:36 »
Sai che essendo tu cittadino canadese dovrai produrre anche il certificato di nascita? Devi seguire lo stesso iter del certificato penale. Se vuoi tenerti l'originale del certificato di nascita, prima fai fare una copia certificata e poi fai fare l'autenticazione DFAIT, traduzione e legalizzazione da parte di un consolato Italiano della copia certificata. In questo modo, alla prefettura non devi lasciare l'originale del tuo certificato di nascita.

Re: Alcuni quesiti sui documenti per la cittadinanza Italiana
« Risposta #13 il: 29 Agosto 2012, 13:21:09 »
Ho un nuovo quesito che non mi sembra di aver letto da nessuana atra parte in qusto forum, anche perche' credo che  non sia un caso comune:


Allora, mia moglie e' Ruandese e come molti sapranno vi e' stato un genocido e mia moglie ha perso etrambi i genitori. Lei non aveva atto di nascita perche' perso nel casino che vi era a quei tempi, e' stato fatto in Ruanda presso il tribunale il Jugement Suppletif per poter cosi trascrivere il suo atto di nascita presso il Comune di Nascita.

Ora lei si trova in Ruanda per ottenere il Certificato Penale e l'Atto di Nascita per la richiesta di cittadinanza per matrimonio. Al momento in cui ha presentato i documenti (dopo una lunga trafila tra uffici vari)  per la traduzone legalizzazione gli hanno chiesto anche l'originale del Jujement Suppletif che chiaramente e' rimasto in Italia.......... per me questo non ha senso poiche' se l'atto di Nascita e' stato trascritto dalle autorita' Ruandesi come puo' il Consolato richiedere anche un documento che per la domanda di cittadinanza non e' necessario e che l'autorita' Ruandese lo ha utilizzato per effettuare l'Atto di nascita? ma potrei sbagliarmi ecco perche' mi rivolgo su questo forum.

Grazie.