15.10.2012: Presentazione domanda.
Il responsabile del procedimento, sig. Clemente Romano, cerca visibilmente il pelo nell'uovo.
- Contesta la validità delle autocertificazioni. Ribatto che è compito suo il verificare che i dati autocertificati siano veritieri.
- Contesta la firma di mia moglie perché "illeggibile". Ribatto mostrando che la firma sulla domanda è identica a quella sulla carta d'identità e che ognuno ha il diritto di firmare come gli pare.
- Contesta la mancanza di una fotocopia della carta di soggiorno di mia moglie e sostiene che farebbe la furba perché sarebbe irregolare. Ribatto che è computo suo il verificare presso la Questura l'esistenza della carta di soggiorno (il numero è nell'istanza) e che comunque è stupido controllarla, visto che se non l'avesse non gli avrebbero dato la residenza e la carta d'identità.
- Si rifiuta di firmarmi una ricevuta da me preparata contenente la lista dei documenti consegnati.
- Mi stampa una conferma di avviamento del procedimento che però non contiene la lista dei documenti da me consegnati.
Arrivato a casa gli invio per email uno scanning della carta di soggiorno e gli scrivo che non accetterò per nessun motivo di aspettare, come scritto sulla ricevuta da lui datami, 3 mesi per il codice K, bensí che lo pretendo, a norma di legge, entro 30 giorni. Insisto anche che secondo l'art.2 comma 2 della legge 241/1990 ogni funzionario ha da evadere il suo sottoprocedimento entro 30 giorni.
Il sig. Romano risponde laconicamente: "ci adopereremo per definirla entro gli ormai famosi 730 giorni".
Rispondo ancora una volta sottolineando che il tempo massimo che ritengo adeguato, nel rispetto della legge 241/1990, per la definizione della pratica è di 4 mesi.
24.10.2012: Annuncio per email di accesso agli atti.
Per email annuncio a sig. Romano che mi sarei recato nel suo ufficio il 19.11.2012 per prendere visione agli atti e ritirare il codice K.
19.11.2012: Ritiro codice K di persona all'UTG.
Mi viene comunicato solo a voce, nessuna lettera, niente di scritto. Verifico poi, una volta tornato a casa, che sia esatto, utilizzando il portale
http://cittadinanza.interno.it28.11.2012: Solleciti.
- Sollecito gentile al responsabile dell'AISE
- Sollecito gentile al responsabile dell'AISI
- Sollecito gentile al responsabile del DCPP
- Copia di detti solleciti alla ministra Annamaria Cancellieri
- Sollecito gentile al Questore di Torino
- Email al sig. Romano annunciando che avevo sollecitato tali pareri e, nell'occasione, gli offro la possibilità, per evitare che gli piombi in ufficio una o due volte al mese, di informarmi per email sullo stato della pratica. Nessuna risposta.
04.12.2012: Email al sig. Romano (c.c. sig.ra Laura Ferraris e sig. Roberto Dosio) con la quale, lamentandomi di non aver ricevuto risposta alla mia email del 28.11. mi vedo obbligato ad annunciare che mi sarei presentato il 28.12.2012 per effettuare un'accesso agli atti.
28.12.2012: Accesso agli atti.
Il sig. Romano è in ferie.
Nell'ufficio cittadinanza ci sono 3 scrivanie, una dirimpettaia a quella del sig.Romano, ove siede un signore abbastanza simpatico, e una al lato destro del sig. Romano, ove siede una signora di mezza età. Nessun cartello indicante i nomi dei funzionari.
Il dirimpettaio del sig. Romano mi riceve. Si comporta in maniera cordiale. Gli dico che voglio accedere agli atti e che, per semplicità, mi accontento di visionare gli atti elettronici. Gli do il codice, lui accede, cerca i pareri saltellando da uno schermo all'altro, alla fine dice: "Perfetto, tutto a posto!". "Vuole dire che tutti i pareri sono già stati espressi?". "Sì, è tutto a posto. Ma quando ha presentato domanda? Come? il 15.10.2012? Ma signor mio, cosa vuole di più, solo due mesi e c'è già tutto!". Gli chiedo una stampa dei pareri. Mi risponde che non è possibile. Gli chiedo se può concludere in fretta il procedimento perché vogliamo andarcene da Torino e siamo "incollati" lì solo per aspettare il maledetto decreto. Mi risponde che posso tornare volentieri tra in paio di settimane per verificare l'avanzamento e di non andarmene frettolosamente perché dovevano accertare che mia moglie ed io eravamo ancora conviventi. Visto che si è comportato bene non insisto sulle copie (anche se avevo diritto alle stampe) e ringrazio.
09.01.2013: Verifica sul portale ed email a sig. Romano, sig.ra Ferraris e sig. Dosio.
Una verifica mostra che lo stato sul portale non è stato aggiornato e nonostante il loro collega mi abbia confermato che tutti i pareri erano già pervenuti. Nessuna risposta.
09.01.2013: Il sig. Angelo Di Caprio, resp. Libertà Civili e Immigrazione, Ministero dell'Interno, reagisce alla copia destinata alla ministra Cancellieri del mio sollecito inviato ai 3 responsabili dei comparti sicurezza AISE, AISI e DCPP, con una risposta che non ha assolutamente niente a che fare col mio sollecito: "
Si fa riferimento alla lettera con la quale la s.v. ha chiesto informazioni in merito all'istanza di concessione della cittadinanza italiana di sua moglie, presentata presso la Prefettura di Torino in data 15.10.2012. Al riguardo si rappresenta che, con direttiva del Ministro dell'Interno del 07.03.2012 è stata attribuita ai Prefetti, a decorrere dal 01.06.2012, la competenza ad adottare provvedimenti in materia di cittadinanza italiana nei confronti dei cittadini stranieri coniugati con cittadini italiani. Si prega pertanto la Prefettura di Torino di voler fornire informazioni sullo stato istruttorio del procedimento.". Non avendo io per nulla chiesto informazioni, bensí sollecitato i pareri che sono di competenza del Ministero dell'Interno, mi chiedo: il sig. Di Caprio non sa nemmeno leggere l'italiano, o non ha nemmeno letto la mia lettera, o mi invia apposta una risposta prestampata per sbarazzarsi di me? Tra l'altro, non è per nulla la prima volta che Di Caprio mi fa pervenire risposte idiote alle mie lettere per evitare di entrare in merito.
14.01.2013: Annuncio per email che il 30.01.2013 avrei effettuato un 2° accesso agli atti. Scrivo che, in mancanza di risposta alla mia email, avrei considerato l'appuntamento da me proposto come confermato.
16.01.2013: Sollecito, per raccomandata, la valutazione dei pareri ricevuti e l'inonltramento della pratica al dipartimento responsabile per l'adozione del provvedimento come indicato nell'art.6 della legge 241/1990. Nessuna risposta.
30.01.2013: Accesso agli atti (o, per meglio dire, "tentativo di accesso agli atti").
Il sig. Romano mi tratta a pesci in faccia,
a. tentando, contro l’art. 22 comma 1, l’art. 25 commi 1 e 3 e l’art.10 comma 1 della legge 241/1990, di impedire un accesso agli atti con il pretesto che “la richiedente in persona avrebbe dovuto presentarsi” e rifiutandosi, a primo acchito, di ritenere valida la delega di mia moglie a mio favore;
b. concedendo, in lesione dell’art. 22 comma 2 della legge 241/1990, solo dopo minaccia di impiegare un avvocato, di aprire e mostrarmi in maniera solo fuggitiva il sistema SICITT ove, a causa dei cambi rapidi da uno schermo all’altro, non potei che riscontrare la positività del parere della Questura di Torino, non potendo osservare i rimanenti;
c. sostenendo, ledendo l’art. 1 comma 2 della legge 241/1990, che mancherebbe il parere del Ministero degli Affari Esteri e che tale parere sarebbe necessario perché mia moglie ha vissuto anche in paesi terzi, cosa che fu poi smentita per email dalla sig.ra Simona Ciuffoni, dirigente presso il MAE, in data 05.02.2013 ;
d. rifiutandosi, ledendo l’art. 22 comma 1 lettera (d) e comma 2 e l’art. 25 comma 1 della legge 241/1990, di darmi una copia stampata di tutti gli atti presenti in forma elettronica nel sistema SICITT;
e. sostenendo, ledendo l’art. 6 comma 1 lettera (b) e lettera (e) della legge 241/1990, letteralmente: “Anche se il parere del MAE arriva domani, io non decreto perché ho migliaia di altre pratiche che attendono”, ove l’uso del pronome “io” è palesemente abusivo, visto che il responsabile deve solo fare la sua parte di lavoro entro 30 giorni come indicato dall’art. 2 comma 2 e trasmettere gli atti all’organo competente per l’adozione come indicato nell’art. 6 comma 1 lettera (e);
f. disinformandomi sostenendo che ci sarebbero migliaia di pratiche in attesa a causa della carenza di personale mentre un calcolo sulla base delle statistiche ufficiali mostra che il carico di lavoro medio dell’UTG di Torino è di 20 pratiche al giorno lavorativo per le quali è presente una forza lavorativa di 3 funzionari (vedi sopra).
Esco dall'ufficio furioso, ma contengo la rabbia perché, in tal momento, non sapevo ancora che la storia del parere del Ministero degli Affari Esteri era una palla bella e buona inventata ad arte dal sig. Romano per umiliarmi e dimostrarmi il suo potere.
05.02.2013: La sig.ra Simona Ciuffoni del MAE mi scrive che il MAE non è competente per la pratica di mia moglie perché questa è stata presentata in Italia. Rispondo esponendole le ragioni che mi aveva indicato il sig. Romano (che mia moglie aveva vissuto anche in paesi terzi).
07.02.2013: La sig.ra Simona Ciuffoni mi ribadisce ancora una volta che il MAE non ha nulla a che vedere con una pratica di cittadinanza art.5 presentata il Italia. Ne deduco quindi con sicurezza assoluta che il sig. Romano mi aveva mentito.
11.02.2013: Diffida all'UTG di Torino, indirizzata al sig. Romano ed ai suoi due diretti superiori.
12.02.2013: Ricorso alla Commissione per l'Accesso ai Documenti Amministrativi
14.02.2013: La Questura mi invia per email una conferma che il parere fu espresso il 18.12.2012, cosa che sapevo già.
15.02.2013: Mi chiedo perché "per caso" la conferma della Questura arrivi proprio adesso. Telefono alla sig.ra Galavotti dell'URP della Questura per chiedere perché la conferma arriva proprio adesso. Lei mi dice che è solo il suo dovere il rispondere ai cittadini, un dovere statuito dalla legge 241/1990. Le dico che ciò è lodevole e spero che tutte le p.a. italiane facciano come lei. Dalla conversazione traspare però che molto probabilmente doveva aver telefonato col sig. Romano (ha cercato di difenderlo con gli stessi argomenti che usa lui stesso). Tutto sommato la sig.ra Galavotti mi sembra essere in buona fede e la Questura di Torino era stata efficiente anche quando mia moglie chiese la carta di soggiorno.
15.02.2013: Il sig. Roberto Dosio mi scrive un'email (la prima in tutto il procedimento, ma guarda caso) in risposta alla copia della diffida dell'11.02.2013 inviata per email, comunicandomi che non si occupa di pratiche di cittadinanza. Ribatto che lui è menzionato come responsabile sul sito dell'UTG e che io lo considero co-responsabile insieme alla sig.ra Ferraris. Risponde che provvederà a farsi cancellare.
16.02.2013: Stato del procedimento nel portale internet sempre punto 1, nonostante un mese e mezzo fa mi era stato comunicato a voce che tutti i pareri erano stati ricevuti!
18.02.2013: Mia moglie ed io incarichiamo un avvocato a fare un accesso agli atti completo ed esaustivo ed a fornirci documentazione di tale accesso, in maniera da sapere con sicurezza a che punto ci troviamo veramente.
11.03.2013: L'avvocato non mi consegna, come richiesto, stampa delle videate del sistema SICITT contenente i pareri espressi e quelli in attesa, bensì una stampa della videata iniziale del sistema, che mostra solo le generalità della richiedente ed è quindi perfettamente inutile ai fini di costatare lo stato effettivo della pratica, ed una copia della risposta della sig.ra Ferraris alla Commissione. Inoltre, l'avvocato avverte che il sig. Romano si sarebbe vendicato contestando la validità della firma della richiedente ed emettendo un decreto di diniego se non avessi smesso di inviare emails e diffide (!!!)
14.03.2013: Invio al MAE una copia della lettera della sig.ra Ferraris alla Commissione Accesso agli Atti, la quale contiene l'affermazione che mancherebbe solo il parere del MAE. Segue un paio di giorni dopo una telefonata alla sig.ra Ciuffoni, la quale mi dice anche lei di essere perplessa perché non è stata
mai interpellata per una istanza presentata in Italia e che ha inviato la mia email al Ministero dell'Interno chiedendo spiegazioni. A questo punto mi chiedo: chi mente? Mi sembra di essere nel libro "Liar's poker" di Michael Lewis (ISBN 978-0340839966). Sono nero ma mi scappa da ridere nel medesimo tempo a causa della maniera pagliaccesca in cui i funzionari dell'UTG di Torino giocano a nascondiglio con degli atti che dovrebbero essere pubblici.
28.03.2013: Ulteriore ricorso alla Commissione Accesso con reclamo del fatto che, nonostante il 1° ricorso e nonostante l'incarico di un'avvocato, non è stato concesso l'accesso alle informazioni richieste (la videata del sistema SICITT contenente i pareri).
05.04.2013: Telefonata col MAE. La sig.ra Ciuffoni comunica che il Ministero dell'Interno non ha risposto alla sua email con la quale chiede spiegazioni. Telefono alla sig.ra Berti della segreteria DLCI presso il Ministero dell'Interno per chiedere chiarimenti.
08.04.2013: La Sig.ra Berti, comunica per email che la richiesta di parere al MAE che appare nel sistema SICITT è dovuta ad un mero errore e suggerisce di sollecitare l'UTG di Torino che è l'unica responsabile del procedimento!!! Quindi sollecito per email l'UTG di Torino. Pensierino della sera: vediamo che cosa si inventerà questa volta il sig. Romano per ritardare la pratica di mia moglie...
09.04.2013: Gli avvocati fanno visita all'UTG, avevano appuntamento col sig. Romano. E il sig. Romano è in congedo per malattia (ma guarda caso). La collega si limita a dire "È un po prestino per la pratica della sua cliente". Mai è stata più evidente la volontà puramente politica di far aspettare i richiedenti appositamente.
11.04.2013: Dopo diverse email che non mi vengono risposte, telefono, prima ad un responsabile di procedimenti di cittadinanza presso un'altro UTG, poi alla sig.ra Berti del DLCI. Da ambo i colloqui appare la medesima informazione: il sistema SICITT non emette in automatico una richiesta di parere al MAE per pratiche presentate agli UTG, ma chi usa il sistema può cliccare espressamente un'opzione per inserire tale richiesta aggintiva (tale opzione è ovviamente fatta per essere usata solo dai consolati per richiedenti residenti all'estero). Quindi, ora è sicuro: il sig. Romano ha inserito di proposito tale parere aggiuntivo. Scrivo alla Dr.ssa Ferraris e alla Dr.ssa Ciuffoni per chiedere (a) o di eliminare la richiesta di parere non prevista proceduralmente, (b) o semplicemente di dare questo benedetto parere. Esprimo il mio disappunto per il trattamento, a mio parere discriminatorio, subito da parte del sig. Romano. In serata chiamo di nuovo la Dr.ssa Ciuffoni che mi dice,
seccatissima (e ha ragione), che lei si rifiuta categoricamente di emettere un parere per il quale non è competente e che è l'UTG di Torino che deve correggere il suo errore. Invio quindi alla Dr.ssa Ferraris un'email chiedendo di dare ordine al suo subordinato di eliminare la richiesta erronea dal sistema SICITT e fare avanzare la pratica a "pareri acquisiti".
15.04.2013: Invio una email al Prefetto Alberto Di Pace, copia c.c. a tutti i dirigenti dell'UTG, indicando ben tre motivi di urgenza, lamentandomi del fatto che il suo subalterno ha bloccato volutamente, anziché, come previsto dal Regolamento sui Procedimenti Amministrativi, dar precedenza, a causa di detti tre motivi, all'istanza di mia moglie, chiarisco che la pratica è finita e che manca solo la sua firma, e chiedo di prendere provvedimenti. Unisco in PS lo storico degli avvenimenti.
16.04.2013: Il Dr. Ierace dell'UTG di Torino mi invia un'email con preghiera di contattarlo. Lo chiamo e mi dice che il decreto è stato firmato e che voleva solo fissare un appuntamento per il ritiro. Lo ringrazio. A questo punto è evidente che non è l'UTG di Torino per sé ad essere mal organizzato, ma che è stata solo ed unicamente la colpa del sig. Romano se tutta questa storia si è trascinata in tale maniera. Ne deduco che il Prefetto, Dr. Di Pace, è stato evidentemente irritato al leggere come si è comportato il suo subalterno nei miei confronti ed ha riparato la cosa controllando la pratica lui stesso e firmando il decreto senza indugio. Ringrazio il Prefetto Dr. Di Pace per email.
In stessa data chiedo alla sig.ra Cerutti, uffico cittadinanza dell'anagrafe, se può subito fissare un appuntamento per il giuramento. Mi risponde che deve prima visionare il decreto e che mia moglie si deve presentare di persona per ottenere l'appuntamento. Mi comunica che stanno prenotando appuntamenti per il 3 di luglio (cioè che c'è una coda di due mesi e mezzo).
17.04.2013: Il Dr. Ierace mi comunica gentilissimamente che invierà il decreto al Comune per p.e.c. oggi stesso, sottolineando che la dirigente Dr.ssa Ferraris ha la volontà di vernire incontro alle mie necessità. È veramente lodevole che il personale dell'UTG si adoperi per consolarmi dal maltrattamento subito dal sig. Romano aiutandomi in tutte le maniere possibili. L'Italia sta veramente cambiando, non perdiamo la speranza, crediamo nel futuro!
29.04.2013: Mia moglie ed io ci presentiamo all'ufficio cittadinanza dell'anagrafe al quale c'è una coda inusualmente lunga. Quando, dopo un ora e mezza, passiamo, ci comunicano che il primo appuntamento libero è l' 11 di settembre (!!!). La funzionaria ci spiega che non c'è niente da fare, loro fanno giuramenti due mezze giornate alla settimana, mercoledì e giovedì, ed hanno ben 20 giuramenti al giorno, quindi è materialmente impossibile infilarne ancora di più. Non ci resta che mordere la lingua ed accettare.
Rifletto sull'accaduto e faccio i conti: dal 3 di luglio all' 11 settembre ci sono, a ritmo di 2 mezze giornate alla settimana, 19 mezze giornate a 20 giuramenti l'una. Cioè, negli ultimi 12 giorni l'anagrafe ha prenotato una slavina di ben 380 giuramenti. Per tale fatto non c'è che una spiegazione: il Prefetto deve aver dato ordine al sig. Romano ed ai suoi due colleghi di sbloccare tutte le pratiche i cui pareri erano presenti, fargliele firmare ed inoltrarle all'anagrafe per p.e.c.
In altre parole: 380 richiedenti per i quali i pareri erano già tutti presenti, le cui pratiche erano solo state bloccate arbitrariamente dal sig. Romano (e/o eventualmente i suoi due colleghi), che altrimenti avrebbero probabilmente atteso ancora sei mesi od un anno, hanno ottenuto il decreto negli ultimi 12 giorni.
Anche se sono irritato per i 4 mesi di attesa supplementare, sono contento di aver contribuito, con le mie proteste ben strutturate, a far sì che il Prefetto si sia accorto delle magagne dei suoi funzionari e vi abbia posto rimedio.