Desidererei solo puntualizzare che la mia risposta era di tipo generale, non conoscendo io il caso particolare del Canada.
Infatti, ci sono nazioni i cui Consolati emettono anche certificati penali e nazioni che li emettono solo attraverso uffici situati sul rispettivo territorio nazionale. Esempi:
1. La Spagna. I consolati spagnoli non emettono certificati penali e non è nemmeno possibile farseli inviare per posta (anche se c'è la possibilità sul sito del Ministero, in pratica il certificato non ve lo mandano). Per cui, non resta che andare in Spagna e farselo fare li, di persona. L'apostilla ve la fanno subito nel medesimo ufficio (a Madrid vi mandano da un'altro funzionario per l'apostilla, a Barcellona i funzionari fanno certificato ed apostilla in una manata).
2. La Germania. Il Bundesamt für Justiz invia i certificati penali semplicemente per posta, basta fare richiesta allegando copia autenticata di un documento di identitá. Il certificato non deve essere né legalizzato né apostillato.
3. Il Marocco. Si può andare in Marocco, farsi fare il certificato lì, farlo tradurre da un traduttore riconosciuto dall'Ambasciata italiana e farlo legalizzare dall'Ambasciata italiana. Oppure, si può farsi fare il certificato dal Consolato del Marocco competente, prendersi cura che sia controfirmato dal Console del Marocco e, se la firma del Console è conosciuta dalla prefettura, si può far legalizzare il certificato dalla prefettura.
Quindi, la cosa è diversa da paese a paese.
Fondamentalmente la logica è semplice: lo stato italiano deve essere sicuro che il certificato straniero non sia un falso. Per fare ciò, lo stato si serve di tre mezzi:
1. Contratti bilaterali diretti. Esempio: tra la Germania e l'Italia c'è un tale contratto, per cui l'Italia ha il diritto di controllare direttamente in Germania l'autenticità del documento. I documenti tedeschi, quindi, in forza del contratto bilaterale, non necessitano né apostilla ne legalizzazione.
2. Convenzione dell'Aja del 5 ottobre 1961. Esempio: l'Italia e la Spagna aderiscono a tale convenzione. Quindi, i documenti spagnoli necessitano solo di un'apostilla. Attraverso l'apostilla, le p.a. italiane possono verificare l'autenticitá del documento spagnolo.
3. Nessuna convenzione. Esempio: tra l'Italia ed il Marocco non ci sono né convenzioni né contratti bilaterali. In tal caso la p.a. si accerta dell'autenticitá attraverso la legalizzazione. Questa significa che un ufficiale italiano certifica che la firma dell'ufficiale straniero che garantisce l'autenticitá del documento straniero sia autentica. Si tratta quindi sempre di una catena di responsabilitá. Tale catena non deve necessariamente passare per l'ambasciata italiana, basta solo che la catena sia chiusa. Quindi, per il Marocco, vi sono due catene possibili:
I. La direzione di polizia di Rabat emette e firma il documento e l'invia alla stazione di polizia richiedente -> L'interessato lo ritira alla stazione di polizia e lo porta al Ministero degli Esteri marocchino che legalizza la firma del funzionario di Rabat -> L'Ambasciata italiana legalizza la firma del funzionario del Ministero degli Esteri marocchino.
II. La direzione di polizia di Rabat emette e firma il documento e l'invia al Consolato del Marocco in Italia -> Il Console del Marocco in Italia legalizza l'autenticitá della firma del funzionario di Rabat -> L'interesato lo ritira a lo porta alla prefettura italiana che legalizza l'autenticitá della firma del Console del Marocco in Italia.
In sintesi, le vie della legalizzazione possono a volte essere anche più di una, basta che vi sia una catena di persone che, a partire da chi emette il documento, a finire ad un funzionario italiano. certifichino l'autenticitá della firma del precedente.
Domanda: potreste documentarmi in qualche maniera il fatto che le prefetture accettano un certificato penale più vecchio di 6 mesi nel caso che il naturalizzando non si sia recato nel paese in questione dopo l'emissione del certificato? GRAZIE PER UNA RISPONSTA COMPLETA CON eventualmente, copia di un qualche documento.